LA
TORRE DI GUARDIA |
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di Simonetta Manca |
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A tè, divina Paura, levo il calice e innalzo torrioni di difesa affinché la sete di vita non riesca a stravolgere il sonnolento, abituale quotidiano e possa assopirsi. Solennemente ciclopiche, le bianche mura si innalzano contro il mio e il tuo desiderio, represso dall'ignoto, in agguato dietro ogni bacio scivolato fugacemente sul viso. E facendo vivere ancora qualche istante i fantasmi di un amore mai nato, restiamo a contemplare distrattamente gli inutili frammenti di giorni trascinati nell'immobilità di un tempo inutilmente dilatato, incapaci di distogliere lo sguardo da quella felicità di tenera argilla, che già di sgretola tra le nostre dita.
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