MAGICA
POESIA NELLA PITTURA DI BELFIUME
Gennaro
Belfiume, autodidatta, ha lo studio in un
luogo molto suggestivo ed entrando nell’atelier dell’artista
l’impatto olfattivo investe in modo subitaneo il visitatore. Il locale
ampio e soppalcato è ingombro di tele e riviste d’arte ed è
caratterizzato da una certa confusione, tipica degli spiriti creativi.
Artista
intelligente e spontaneo, di origine campana, approdato nella nebbiosa
val Padana diversi anni fa, insegue costantemente la luce.
Nei
primi anni ’90 ha organizzato per la sagra del paese un evento che ha
avuto un successo strepitoso: arti e artigianato per le vie e i cortili
più antichi di Cassano d’Adda.
Erano
presenti musicisti, artisti e poeti per coinvolgere culturalmente una
provincia che stenta, ancora oggi, a rinnovarsi. Ha invitato la poetessa
Alda Merini che ha accettato di buon grado, ritenendo l’iniziativa
molto valida.
Originale
è stato il filo teso con appese poesie di diversi autori; i foglietti
potevano essere strappati per portare a casa i versi preferiti.
Belfiume
è un pittore di suggestioni, nelle sue opere le nebbie avvolgono
paesaggi e rendono magiche le
atmosfere; è mosso dalla curiosità e da una certa
insoddisfazione nella ricerca della luce ” giusta”.
I
suoi sono luoghi dell’anima, luoghi ricordati ed evocati con
un’ottima resa degli effetti atmosferici, il suo gesto non è studiato
ma molto naturale.
Il
pittore non manifesta gelosia per le sue produzioni al punto che,
entrata nel suo studio, con l’opera da ultimare sul cavalletto, mi ha
invitata a prendere un pennello e a dare un mio apporto sulla tela che
diventava, in quel momento, luogo di condivisione.
Questa
sollecitata “contaminazione” non è sicuramente consuetudine fra gli
artisti che possiedono frequentemente uno spiccato aspetto narcisistico.
Nelle
opere di Gennaro Belfiume si evidenziano più stesure stratificate, dove
il colore sottostante tenta prepotentemente di emergere dall’
”ultima mano”.
Recentemente
ha organizzato una grande scacchiera in piazza le cui pedine erano
bottiglie di plastica opportunamente deformate e colorate quasi a
significare la vulnerabilità dell’uomo accompagnata comunque dalla
bellezza dell’arte.
Maria
Grazia Colombo
|