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La cantina museo di Umberto

 

 

 

 

Elena Bornaghi scrive sul Clippers il mensile dell’Adda e della Martesana dell’Aprile 2010

 

 

La cantina di Umberto

 

 

É risaputo che le cantine spesso nascondono sorprese e oggetti introvabili. Nel cuore del centro storico cittadino, il signor Umberto Colombo ne ha ristrutturata una che è un autentico gioiello, un piccolo museo dell'arte contadina, accuratamente studiato in ogni singolo dettaglio.

Discesa una ripida e vecchia scalinata e aperto l'ingresso, quello che si apre ai tuoi occhi è un tuffo all'indietro nel tempo, un piccolo mondo antico.

La cantina, con volta a botte in mattoni a vista e pareti in muratura e sassi di fiume, è il regno di Umberto, il luogo in cui può dedicarsi in tutta tranquillità ai suoi hobbies, tra cui i bassorilievi dell'antico Egitto, realizzati in legno africano. Una passione nata da tempo, durante uno dei suoi viaggi tra piramidi e faraoni, e che alterna a quella per il recupero di vecchi oggetti. Anche la cantina, ereditata dal suocero, è stata interamente recuperata da lui: un lavoro paziente e impegnativo, svolto da solo, rispettando la struttura e lo stile del locale, nonché i materiali che lo componevano.

Racconta infatti Colombo: «Questa cantina ha per me un grande valore affettivo ed ho impegnato molto tempo per recuperarla e renderla bella come ora appare. Con passione, e da autodidatta, ho studiato i materiali, "ascoltato" i muri per individuare le intercapedini, ho ripulito la struttura, aggiustato le pareti, sabbiato, ho realizzato l'impianto luci. Alla fine ho pensato agli arredi, raccogliendo vecchi oggetti appartenuti a mio suocero o regalatomi da amici a conoscenza di questa mia passione.».

Una cura particolare Umberto l'ha riservata alla vecchia ghiacciaia, un tempo usata per conservare gli alimenti: dalla bocca di lupo in inverno veniva calata la neve, mentre d'estate si utilizzavano blocchi di ghiaccio con cui tenere al fresco cibi deperibili come latte e burro.

La ghiacciaia era ridotta a una discarica di terra e calcinacci quando il pensionato ha deciso di porvi mano, liberandola completamente, illuminandola a dovere e ponendola in bella vista grazie a un vetro su cui è riprodotta la rosa dei venti.

 

 

 

 

Ma la ghiacciaia è solo una chicca di un luogo che cela tra le intercapedini nascondigli, armadietti, portaoggetti invisibili alla vista. Ciò che affascina, oltre alla bellezza della struttura, è la calda atmosfera contadina che si respira: ovunque volgi lo sguardo incontri oggetti che ti riportano indietro negli anni, quando a scandire i tempi della vita delle famiglie era il lavoro nelle campagne.

Appesi un po' ovunque ci sono gli attrezzi in ferro e legno che i contadini utilizzavano nei campi o per la cura del bestiame, così come gli arredi delle case di una volta, quando il progresso e gli elettrodomestici erano del tutto sconosciuti: i paioli di rame e le vecchie padelle; la stufa a carbone, per riscaldare gli ambienti ma anche i ferri da stiro; la collezione di chiavi; gli scaldini da mettere sotto le lenzuola perché le stanze erano sempre fredde; il fornellino a petrolio; la gabbia per il pollame, dove ingrassare il cappone prima di Natale, e quella per i canarini che nelle case non mancava quasi mai. Vecchi cimeli dal sapore nostalgico, sconosciuti alle giovani generazioni.

 

 

Umberto Colombo ha lavorato anche per questo: «Ho voluto preservare alla memoria oggetti che altrimenti sarebbero caduti nel dimenticatoio: la mia opera vuole infatti avere, nella sua semplicità e senza alcuna pretesa, un valore didattico. Ma questa vecchia cantina, cui mi legano affetti e ricordi, è anche il luogo per ritrovarsi in compagnia a mangiare i cibi poveri ma saporiti di un tempo: un piatto di polenta, una zuppa fumante o anche del semplice pane e salame accompagnato da un buon bicchiere di vino. Cosa c'è di più buono da gustare con gli amici?.

 

 

 

 

La Gazzetta dell'Adda, Lunedì 21 Febbraio 2011 scrive di Umberto Colombo

 

 

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