Fu costruita nel 1913, come testimonia la bellissima scritta in grafia Liberty ancora leggibile sul muro di cinta a destra dell’ ingresso principale, dalla famiglia Bagatti Valsecchi imparentata con i Borromeo e i D’ Adda. ( La famiglia D’ Adda fino al 1583 risultava unica proprietaria di tutto il territorio oltre il fiume).

 

Durante la Paciada 2012, per la prima volta in assoluto, 500 persone hanno usufruito di visita guidata alla Belvignate di Cascine S. Pietro.
Sul muro di cinta a sinistra dell' ingresso principale, è ancora visibile la scritta originale con il nome della cascina in grafia liberty e, seppur scoloriti, si possono ancora individuare i racemi floreali grigio azzurri che incorniciano la scritta

 

 

 

Era il periodo in cui i fratelli Fausto (1843 – 1914) e Giuseppe Bagatti Valsecchi (1845 – 1934) appartenenti a un’ importante famiglia milanese il cui titolo baronale data al 1826, davano casa ai contadini che coltivavano le loro proprietà. Oltre la Belvignate, a Cascine S. Pietro costruirono la Lina, il cui nome deriva dalla baronessa Lina, loro madre e la Costanza, tra Cassano e Treviglio, in onore della contessa Costanza Borromeo.

Pur essendo una dimora rurale per contadini, Fausto e Giuseppe, stimati architetti dilettanti, vollero imprimere a queste mura il proprio gusto artistico volto al recupero del Rinascimento lombardo inteso come omaggio all’ età prospera e felice di Ludovico il Moro.

Il risultato è un’ interessante alternanza di moderne e funzionali strutture rurali e di elementi decorativi rinascimentali come i gigli di Francia sulle colonne del cancello principale e sulla sommità del corpo centrale o il fatto di riproporre fondamentali moduli architettonici rinascimentali quali il cerchio e l’ arco a tutto sesto.

 

 

 

La struttura architettonica della Belvignate presenta un' impressionante citazione di motivi ornamentali tipici del Rinascimento lombardo come l' arco a tutto sesto, le aperture circolari, i gigli di Francia, l' uso del mattone per incorniciare e conferire monumentalità a semplici e lineari moduli costruttivi

 

La struttura architettonica si presenta a tre piani a corte chiusa: un lato era adibito ad abitazione e gli altri tre comprendevano per ciascuna delle 12 famiglie che vi abitavano la stalla, l’orto, il pollaio e un proprio servizio igienico.

 

 

L' edificio è strutturato su 3 livelli, il terzo è alleggerito da un' arcata a tutto sesto per dare profondità alla massa muraria e muovere la facciata. Questa bellissima serie di archi aveva anche uno scopo funzionale: fungeva da ballatoio coperto e metteva in comunicazione le 12 campate nelle quali abitavano famiglie composte anche da 10 figli.
Alcune parti centrali, presentano delle alzate con colonne sormontate da gigli di Francia proprio come avveniva nelle ville di campagna per dare monumentalità ed importanza all' edificio.

 

 

Interessante per la sua funzionalità era  il cancello secondario utilizzato per il transito dei mezzi agricoli e per un collegamento veloce con le altre corti e cascine del borgo. Anche questo passaggio è sottolineato da semplici ma eleganti sfere in pietra.

 

L' ingresso secondario le cui colonne presentano ancora le originarie sfere di granito ornamentali, serviva per il passaggio dei mezzi agricoli e del bestiame e metteva velocemente in comunicazione la Belvigate con le altre cascine del borgo

 

Nel 1941, la Belvignate fu venduta dagli eredi Bagatti Valsecchi alla Società Agricola Lombarda di Brescia e successivamente nel 1948 i contadini acquistarono la casa in cui già abitavano, con il terreno e le stalle.

Nonostante i passaggi di proprietà e la funzione unicamente residenziale della Belvignate di oggi con il conseguente abbandono di alcune porzioni di stalle e rustici annessi, nel complesso la struttura conserva ancora l’ originalità architettonica che Fausto e Giuseppe  vollero imprimere.

 

Il giglio di Francia compare con una certa insistenza sulle strutture della cascina e persino sagomato su porte ed imposte, alcune delle quali coeve alla costruzione.
Questo è dovuto a ben precise ragioni:
-i gigli campeggiano sullo stemma nobiliare della famiglia Bagatti Valsecchi, sono quindi il simbolo di proprietà
-il giglio di Francia è il simbolo per eccellenza della regalità e i fratelli Fausto e Giuseppe erano convinti sostenitori della monarchia sabauda che aveva guidato l' Unità dì Italia
-il fiore del giglio è anche il simbolo della città di Firenze, culla del Rinascimento

 

fotografie di Piera De Maestri - E' assolutamente vietato l'uso improprio delle stesse senza il consenso dell'autore.

 

 

 

I fratelli Fausto e Giuseppe, furono personaggi di spicco nella Milano dei decenni che seguirono la proclamazione di Roma capitale dell’ Italia unita (1871).

Milano a cavallo di due secoli, era una città in forte espansione che per doti imprenditoriali e potere finanziario, faceva da traino allo sviluppo della nuova nazione e

Fausto e Giuseppe ben incarnavano le idee di una classe industriale e altoborghese devota alla monarchia sabauda.

Entrambi compiono studi in legge ma la passione per il mondo dell’ arte trasmessagli dal padre Pietro, apprezzato miniaturista su smalto e avorio, diventa la loro occupazione principale.

Nel 1883 i nobili fratelli inaugurano la nuova facciata del palazzo di famiglia nel centro di Milano, da loro ristrutturato ed arredato con opere d’ arte e oggetti del Rinascimento, da loro indicato come il momento che meglio si prestava alla costruzione di un’ identità nazionale ancora precaria.

L’ attività di collezionisti e di architetti dilettanti d’ alto rango, non impedì loro di essere personaggi perfettamente inseriti nella vita e nei riti della migliore società milanese, interessanti foto d’ epoca ritraggono Giuseppe sul suo velocipede e Fausto in areostato all’ Arena di Milano.

In quanto a scelte artistiche, la condivisione fra i due fu totale, nonostante vi fossero differenze d’ indole e di carattere. Fausto era viveur e mondano e rimase scapolo, mentre Giuseppe più riservato, nel 1882 sposò Carolina Borromeo, appartenente a una delle più antiche casate nobiliari di Milano.

Oggi Palazzo Bagatti Valsecchi ubicato nel cuore del quartiere Montenapoleone, è una delle più importanti e prestigiose case museo di Milano e d’ Europa.