Fu costruita nel 1913, come testimonia la bellissima scritta in grafia Liberty ancora leggibile sul muro di cinta a destra dell’ ingresso principale, dalla famiglia Bagatti Valsecchi imparentata con i Borromeo e i D’ Adda. ( La famiglia D’ Adda fino al 1583 risultava unica proprietaria di tutto il territorio oltre il fiume).
Era il periodo in cui i fratelli Fausto (1843 – 1914) e Giuseppe Bagatti Valsecchi (1845 – 1934) appartenenti a un’ importante famiglia milanese il cui titolo baronale data al 1826, davano casa ai contadini che coltivavano le loro proprietà. Oltre la Belvignate, a Cascine S. Pietro costruirono la Lina, il cui nome deriva dalla baronessa Lina, loro madre e la Costanza, tra Cassano e Treviglio, in onore della contessa Costanza Borromeo. Pur essendo una dimora rurale per contadini, Fausto e Giuseppe, stimati architetti dilettanti, vollero imprimere a queste mura il proprio gusto artistico volto al recupero del Rinascimento lombardo inteso come omaggio all’ età prospera e felice di Ludovico il Moro. Il risultato è un’ interessante alternanza di moderne e funzionali strutture rurali e di elementi decorativi rinascimentali come i gigli di Francia sulle colonne del cancello principale e sulla sommità del corpo centrale o il fatto di riproporre fondamentali moduli architettonici rinascimentali quali il cerchio e l’ arco a tutto sesto.
La struttura architettonica si presenta a tre piani a corte chiusa: un lato era adibito ad abitazione e gli altri tre comprendevano per ciascuna delle 12 famiglie che vi abitavano la stalla, l’orto, il pollaio e un proprio servizio igienico.
Interessante per la sua funzionalità era il cancello secondario utilizzato per il transito dei mezzi agricoli e per un collegamento veloce con le altre corti e cascine del borgo. Anche questo passaggio è sottolineato da semplici ma eleganti sfere in pietra.
Nel 1941, la Belvignate fu venduta dagli eredi Bagatti Valsecchi alla Società Agricola Lombarda di Brescia e successivamente nel 1948 i contadini acquistarono la casa in cui già abitavano, con il terreno e le stalle. Nonostante i passaggi di proprietà e la funzione unicamente residenziale della Belvignate di oggi con il conseguente abbandono di alcune porzioni di stalle e rustici annessi, nel complesso la struttura conserva ancora l’ originalità architettonica che Fausto e Giuseppe vollero imprimere.
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I fratelli Fausto e Giuseppe, furono personaggi di spicco nella Milano dei decenni che seguirono la proclamazione di Roma capitale dell’ Italia unita (1871). Milano a cavallo di due secoli, era una città in forte espansione che per doti imprenditoriali e potere finanziario, faceva da traino allo sviluppo della nuova nazione e Fausto e Giuseppe ben incarnavano le idee di una classe industriale e altoborghese devota alla monarchia sabauda. Entrambi compiono studi in legge ma la passione per il mondo dell’ arte trasmessagli dal padre Pietro, apprezzato miniaturista su smalto e avorio, diventa la loro occupazione principale. Nel 1883 i nobili fratelli inaugurano la nuova facciata del palazzo di famiglia nel centro di Milano, da loro ristrutturato ed arredato con opere d’ arte e oggetti del Rinascimento, da loro indicato come il momento che meglio si prestava alla costruzione di un’ identità nazionale ancora precaria. L’ attività di collezionisti e di architetti dilettanti d’ alto rango, non impedì loro di essere personaggi perfettamente inseriti nella vita e nei riti della migliore società milanese, interessanti foto d’ epoca ritraggono Giuseppe sul suo velocipede e Fausto in areostato all’ Arena di Milano. In quanto a scelte artistiche, la condivisione fra i due fu totale, nonostante vi fossero differenze d’ indole e di carattere. Fausto era viveur e mondano e rimase scapolo, mentre Giuseppe più riservato, nel 1882 sposò Carolina Borromeo, appartenente a una delle più antiche casate nobiliari di Milano. Oggi Palazzo Bagatti Valsecchi ubicato nel cuore del quartiere Montenapoleone, è una delle più importanti e prestigiose case museo di Milano e d’ Europa.
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