Storia del Revellino e della Pandina
il PRINCIPE EUGENIO DI SAVOIA
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A
capo
delle
truppe
imperiali
era
il
«piccolo
Napoleone»
dei
suoi
tempi
il
principe
Eugenio
di
Savoia.
Nato
a
Parigi
nel
1663
da
Eugenio
Maurizio
di
Savoia,
figlio
di
Tommaso
capostipite
del
ramo
Savoia-
Carignano,
e
da
Olimpia
Mancini,
da
cadetto
era
stato
avviato
alla
carriera
ecclesiastica,
essendo
piccolo
di
corpo,
curvo,
debole
e
malaticcio.
Essendogli
stato
rifiutato
da
Luigi
XIV
un
ramo
dell’esercito,
ne
offrì
i
suoi servigi all’imperatore Leopoldo I d’Austria.
Mandato
in
Ungheria
agli
ordini
del
Duca
di
Lorena,
nel 1683 fu nominato colonnello, poi generale.
Rimase
al
servizio
dell’imperatore
accanto
al
Marlboroug.
Era
di
ottima
cultura.
Il
Vend
ô
me
che
ha
combattuto
nella
campagna
d’Italia
era
suo
cugino.
Nel
1711
fu
nominato
maresciallo
di
campo
dell’impero.
Così
a
48
anni
toccò
la
dignità
militare
più
elevata.
Coandò
la
battaglia
contro
i
Turchi
nel
1717,
occupando
Belgrado.
Dal
1733
al
1735
nella
guerra
per
la
successione
al
trono
di
Polonia,
comandò
le
armate
imperiali
sul
Reno
e
in
Italia.
Morì
improvvisamente
a
72
anni,
il 21 aprile 1736.
Giovanni Battista Rousseau, più avvezzo al biasimo che alla lodo, scrisse di lui:
«È
un
filosofo
guerriero
che
considera
con
indifferenza
la
sua
dignità
e
la
sua
gloria,
discorre
degli errori che ha commesso con la massima schiettezza, come se parlasse di un altro»
Nell’aprile
del
1701
Luigi
XIV
fece
accompagnare
a
Madrid,
con
fastoso
seguito,
il
nuovo
re
Filippo V.
Nel
1702
il
re
d’Inghilterra,
Guglielmo
d’Orange,
ricompose
la
Lega
d’Augusta
e
dichiarò
guerra alla Francia.
Gli
eserciti
tedeschi
mossero
alla
conquista
della
Spagna,
attraverso
la
Lombardia
e
il
Piemonte,
quelli
franco-spagnoli,
per
arrestare
la
marcia.
Eugenio
di
Savoia,
comandante
l’esercito
tedesco
scese a Trento.
Contro
le
milizie
austriache
mosse
il
vecchio
Catinat,
maresciallo
di
Francia,
per
sbarrare
il
passaggio
dell’Adige e del Mincio, con 75.000 uomini.
L’esercito
tedesco
da
Trento
arrivò
a
Verona,
costringendo
i
francesi
a
indetreggiare
fino
a
Mantova.
Fu
sostituito
il
vecchio
Catinat
con
il
Villeroy,
che
rinculò
a
Brescia,
fu
sconfitto
a
Chiari
nel
settembre
del
1701,
passò
l’Oglio
e
si
tricerò
ad
Urago
per
l’inverno.
Gli imperiali passarono invece l’inverno a Montichiari.
La
notte
del
2
febbraio,
Eugenio
di
Savoia
tentò
di
sorprendere Cremona, fece prigioniero il Villeroy e lo condusse a Pontevico.
La
corte
di
Francia
sostituì
il
Villeroy
con
il
Duca
di
Vend
ô
me
Luigi
Giuseppe,
uno
degli
esperti capitani.
La
guerra
continuò
con
varie
sorti
con
le
battaglie
di
S.
Vittoria
e
a
Guastalla,
presente
il
giovane re Filippo V.
Nel
1703
il
Vend
ô
me
portò
la
guerra
nel
Trentino.
Fu
in
questo
momento
che
Vittorio
Amedeo
di
Savoia
abbandonò
i
Francesi
e
si
unì
agli
imperiali.
La
contessa
di
Verruà,
ben
nota
a
Parigi
sotto
il
nome
di
Madame
Volupté,
scoprì
le
trattative
del
conte
Amedeo,
e
avvenne così la cattura del 29 settembre del 1703.
Da un borgo e la sua gente Vol. III - Storia di Cassano d'Adda - Carlo Valli