I Nuovi Quaderni del Portavoce N. 1 

I Nuovi Quaderni del Portavoce N. 2 

I Nuovi Quaderni del Portavoce N. 3 

I Nuovi Quaderni del Portavoce N. 4 

I Nuovi Quaderni del Portavoce N. 5 

I Nuovi Quaderni del Portavoce N. 6 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Introduzione

 Nel  testamento spirituale,   preparato   otto   anni  prima   della   morte,    don  Carlo la lasciato scritto:

 

"Non dimenticatemi troppo presto, ricordandomi nella preghiera. E adesso la predica più corta: Non rallentate la tradizione di Fede, l'amore al Signore, la testimonianza. Tenete unita la famiglia. Praticate i sacramenti. Coltivate l'ottimismo anche nei momenti difficili, proprio perché significa fidarci di Dio che ci ama."

 

Anche in questo suo pensiero davanti alla morte emerge la consapevolezza che don Carlo aveva di essere "uomo della Parola": quante volte ha declinato con scrupolo e con passione questo compito del sacerdote sia con la predicazione che con lo scritto. Nutrito dalla Sacra Scrittura non si è mai risparmiato di aiutare la comunità a leggere il presente nella prospettiva della volontà di Dio.

 

È a partire da qui che si può cogliere il motivo che ha spinto il Centro Culturale a lui intitolato a dare alle stampe una raccolta di pensieri. Così si mantiene vivo l'insegnamento del "parroco" nella sua comunità.

 

Riflettere ogni giorno su un breve cenno del suo insegnamento servirà a coloro che l'hanno conosciuto a "non dimenticarlo troppo presto" e a chi non ha avuto modo di essergli vicino a conoscerlo più profondamente.

Don Giansante

   

da:” I Nuovi Quaderni del Portavoce n. 1”

 

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PREMESSA

Quattrocento anni! È un numero ragguardevole, soprattutto nel nostro secolo in cui tutto cambia così rapidamente da lasciarci la percezione che nulla dura nel tempo.

Da quattrocento anni la comunità cassanese esprime la sua venerazione all'immagine della Madonna del Miracolo e, pur modificandosi nel tempo, sembra che questo gesto non voglia non voglia lasciarsi rinchiudere nelle cose del passato.

Il costante confluire di tante persone il 17 agosto al santuario di San Dionigi, in particolare portando i bambini da affidare alla Madonna, è una testimonianza viva con cui fare i conti.

Questo aveva ben presente don Carlo quando si apprestò a editare il n. 8 del Quaderni del Portavoce tutto dedicato alla Chiesa di San Dionigi e alle memorie storiche del Miracolo.

Questo ha indotto il centro culturale a riprendere quella edizione e a ristamparla perché anche i "nuovi" Cassanesi, quelli delle nuove generazioni e quelli giungi da poco a condividere la nuova storia, possano meglio conoscere il passato di questa comunità.

L'anno centenario, che si apre il 17 agosto 2014 per chiudersi nel quarto centenario del miracolo, vuole offrire a tutti i Cassanesi l'opportunità di riflettere su un gesto tradizionale per coglierne tutto il valore per la vita pastorale e comunitaria. E vuole essere una provocazione alla comunità credente perché continui ad annunciare la materna protezione di Maria a cui ognuno può affidarsi, sapendo di essere ascoltato.

 

Don Giansante

da:” I Nuovi Quaderni del Portavoce n. 2”

 

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Presentazioni

Nella primavera del 2008, quando ero parroco a Bozzolo, i nipoti di don Pietro Gandolfl, originario di quella parrocchia e per molti anni parroco di Annicco, mi consegnarono i suoi libri rimasti a loro in eredità.

Tra molti testi di teologia ormai datati mi colpì un libretto dalla copertina azzurra e dalla tipica fattura della prima metà del '900 (rilegatura povera, pagine frastagliate). Era stato scritto da un sacerdote che avevo avuto modo di conoscere bene: Don Giulio Spoldi, che fu parroco di S. Abbondio in Cremona e confessore nel vicino collegio "Sfondrati" negli anni in cui, per ragioni di studio, l'avevo frequentato.

La curiosità di riprendere un aspetto di questo sacerdote, mite e buono, morto nel 2005 all'età di 96 anni, che avevo conosciuto da ragazzo mi portò a leggere il suo volume. Vi erano ben impressi i suoi ricordi di giovane prete, vicario di Cassano d'Adda e la testimonianza su un giovane della sua parrocchia che aveva accompagnato nella formazione spirituale ed umana: Pierino Ghezzi.

Quel libro mi divenne ancora più prezioso qualche mese dopo, quando il vescovo mi chiese di venire a Cassano d'Adda a svolgervi il mio ministero: l'ho interpretato come un segno della Provvidenza. Potrei dire che Pierino è stato il primo cassanese che ho incontrato come parroco!

Per questo sono molto contento di poter riconsegnare alla comunità la ristampa di quel volu­me da molto tempo esaurito e introvabile. Pur consapevole del linguaggio molto datato, ritengo preziosa questa opera perché vi traspare un modo di vivere la fede a cui le trasformazioni della società italiana in questi decenni ci hanno disabituato. Se è inutile rimpiangere i tempi andati, è certo utile trarre ispirazione dalle esperienze di giovani del passato per riscoprire l'entusiasmo e la determinazione con cui anche oggi possono essere vissute la fede in Dio, la testimonianza cristiana e la pratica della carità.

Per questo ho volentieri sostenuto il desiderio di ricordare Pierino Ghezzi nel centenario della nascita (Cassano d'Adda 9 agosto 1915) e nel settantacinquesimo della morte (Lekdusaj 15 dicembre 1940) voluto dalle associazioni cassanesi che lo hanno visto protagonista nella sua giovane vita: l'Azione Cattolica, la Conferenza di S. Vincenzo e lo sport. Proprio la sua passione per il calcio ha ispirato la volontà di dedicare a luì la società sportiva dell'Oratorio don Bosco.

Con l'augurio che queste pagine possano far fiorire nuovi giovani appassionati di Gesù e del Vangelo come regola di vita.

Don Giansante

da:” I Nuovi Quaderni del Portavoce n. 3”

 

 

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Premessa

"La lontananza sai, è come il vento, spegne i fuochi piccoli, ma accende quelli grandi" cantava Modugno negli anni 1970.

Anche la lontananza nel tempo produce questi effetti: sono già passati più di sei anni dalla morte di don Carlo, il prevosto che ha condiviso con la comunità cassanese cinquant'anni della sua lunga vita sacerdotale.

Quante cose sono cadute nel dimenticatoio di quanto ha fatto e predicato nella nostra comunità! Ma quanto profondamento resta inciso nel cuore e nella coscienza di chi ha camminato con lui la saggezza che ha offerto ai suoi parrocchiani. Il ricordo di don Carlo non è inciso tanto nelle pietre quanto nelle parole, soprattutto quelle affidate allo scritto.

Ed è bello e significativo che queste parole riemergano dalla lontananza per donare ancora un poco del loro sapore a chi le ha ascoltate ed accendere, in chi non ha avuto questa opportunità, la fiamma della saggezza e della perspicacia di un pastore che ha saputo stare con le sue pecore.

Il pensiero di don Carlo è certamente meglio espresso nelle opere che lui ha curato, i suoi "Quaderni del Portavoce".

Ma queste briciole vogliono porsi come un "quotidiano" riascolto della voce del pastore che non risuona più dal pulpito, ma ha ancora il potere di riscaldare la nostra comunità cassanese.

                                                                                                      Don Giansante

 

 da:” I Nuovi Quaderni del Portavoce n. 4”

 

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La parola del parroco 

Non ho avuto modo di conoscere personalmente don Carlo Valli. Ci hanno tenuti lontani l’età ed i luoghi in cui abbiamo svolto il nostro ministero.
La sua figura, però, mi è diventata ogni giorno più famigliare grazie ai racconti, ai comuni conoscenti che 
mi hanno raccontato di lui, grazie a quanto ha fatto a Cassano dove tanto parla di lui. Sono stato per vent’anni accanto a don Giovanni Sanfelici, prima a Bozzolo e poi a Castelleone. Don Giovanni, vicario a Cassano, con animo grato, mi ha fatto memoria tante volte della paternità di don Carlo; affascinato dal suo sapere e dal saper fare, incantato dal suo modo di leggere la realtà con lungimiranza e realismo, non ha mai smesso di farne viva memoria. Non avrei mai pensato di trovarmi a succedergli nella parrocchia di Cassano che don Carlo ha amato, servito a guidato per gran parte della sua vita sacerdotale. Ho iniziato a conoscerlo ed a capirlo non solo vedendo quello che ha fatto in Cassano ma, anche attraverso il racconto dei parrocchiani che me l’hanno descritto e reso vivo con le molteplici narrazioni. È bello ascoltare i cassanesi mentre lo ricordano come uno di famiglia, un genitore, un nonno, un fratello maggiore, un compagno e una guida di viaggio, una presenza costante, sempre attenta alle necessità ed esigenze di ciascuno. Sono ammirato dal suo impegno, che non è venuto meno, dalla sua fedele e vigilante presenza nel suo studio. È stato un esempio, anche per i sacerdoti della nostra Diocesi di Cremona, è stato sapiente consigliere anche dei Vescovi.
A dieci anni dalla sua scomparsa credo sia bello e doveroso sostare per fare memoria di chi ha accompagnato cammini e travagli, a volte sofferti, delle comunità cristiane cassanesi ora insieme in cammino verso un nuovo futuro. Sento grande, a volte pesante, la responsabilità nell’ereditare la sua, la nostra comunità parrocchiale. 
Ringrazio quanti mi hanno aiutato a conoscere don Carlo, perché alla luce del suo operato, dei suoi pensieri, dei suoi sogni e scritti, potremo lavorare per il meglio di Cassano d’Adda.

                                                                                           il Parroco
                                                                                   don Vittore BARISELLI

da:” I Nuovi Quaderni del Portavoce n. 5

 

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il pensiero del parroco 

Sono lieto di accogliere l'uscita di quest'opera nata per la commemorazione dei 150 anni dalla morte di Alessandro Manzoni. “Il Vero” è un tema che riguarda da vicino ogni uomo ed in particolare il cristiano credente.

Il Manzoni, fin da giovane, si pone la domanda del governatore Ponzio Pilato, “QUID EST VERITAS?”.

Nel faticoso cammino interiore della vita egli giunse alla risposta: “GESÙ È LA VERITÀ, LA VIA È LA VITA”.

 Ringrazio gli appassionati “ragazzi” del Centro studi Don Carlo Valli e loro coautori, che hanno saputo presentare Alessandro Manzoni e le sue opere, svelando la faticosa ricerca che lo scrittore milanese ha fatto per giungere al VERO.

                                                                      don Vittore BARISELLI

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Presentazione degli autori 

Tutto cominciò all’osteria di Gorgonzola, o forse no.

Tutto iniziò con quattro amici al bar ... nemmeno.

Però i quattro amici esistono veramente e sono quelli da cui è partita l’idea di realizzare quest’opera che vi trovate tra le mani.

Partiamo dall’inizio: i quattro in questione sono amici che si sono ritrovati, dopo tanto tempo, in occasione della serata dedicata a don Carlo Valli e ognuno di loro rappresentava una diversa associazione di quelle che lavorano nei nostri territori.

Alla fine dell’evento hanno scambiato quattro chiacchiere e si sono ripromessi di far collaborare le rispettive associazioni per eventi futuri. Quale occasione migliore dei 150 anni dalla morte di Alessandro Manzoni per preparare un nuovo progetto a cui lavorare tutti insieme?

Alcuni incontri iniziali sono serviti per raccogliere le idee e per stabilire chi dovesse fare cosa. Questo libro è una delle iniziative realizzate in ricordo del grande scrittore milanese. Esso è diviso in tre parti: la prima serve a far conoscere la vita, il pensiero e le opere di Manzoni; la seconda è costituita da una antologia di brani tratti da I PROMESSI SPOSI, accompagnati da raccordi che permettono di conoscere l’intera trama. La terza contiene schede di approfondimento.

Speriamo di aver fatto un servizio utile a commemorare quell’uomo che ci ha insegnato che facendo il bene si finisce per star bene.

Buona lettura

da:” I Nuovi Quaderni del Portavoce n.  6