La protostoria della Pianura Padana - L'epoca romana - Origini del nome di Cassano e del paese - Le invasioni barbariche - L'Occidente dopo la tempesta - I commerci fluviali - Primi documenti ufficiali su Cassano e l'Adda milanese.

 La Protostoria della Pianura Padana emerge umida e salmastra dalle acque dell'Adriatico, un mare che, in epoca Pliocenica, insinuava un suo lungo braccio fra Alpi ed Appennini,  giungendo quasi all'altezza di Ivrea. Poi, per effetto di movimenti bradisismici di sollevamento e dei materiali che in gran copia i fiumi primigeni scaricavano a valle, quelle acque lentamente vennero ricacciate verso est ed emersero le terre. Si trattava di terre che data la loro natura prevalentemente alluvionale facilmente impaludavano ed è con un territorio ancora estesamente occupato da acquitrini, specchi d'acqua e capricciosi corsi, che, millenni dopo, ebbero a che fare i primi abitanti della Padana, quei palafitticoli che nel periodo neolitico, eneolitico e dell'età del bronzo troviamo presenti in diverse località dell'Alta Italia.

Agli albori della Storia arrivarono tre popoli: gli Etruschi che si stanziarono fra Appennino e Po, i Veneti che occuparono stabilmente il settore orientale ed i Liguri cui rimase la parte occidentale del territorio. La storia di queste genti appartiene alla prima metà del millennio avanti Cristo, ed è una storia, per molti versi, sconosciuta.

Con la calata dei  Celti o Galli come furono detti dai Romani qualcosa di più si comincia a sapere. Quelli di loro, ad esempio, che scelsero di abitare la pianura Padana si riconoscevano in quattro aggruppamenti principali: i Sénoni, i Boi, i Cenomani, e gli  Insubri. Sono questi ultimi che ci interessano in particolare, perché si stanziarono nell'attuale Lombardia, eleggendo a loro capitale il villaggio di Mediolanum, un villaggio che,  secondo Tito Livio sarebbe stato fondato da uno di loro a nome Bellovese o Belloveso; all'epoca di Tarquinio Prisco, quinto re di Roma che regnò dal 616 al 579 a.C,  

Alla vigilia della seconda guerra Punica (dal 218 a.C. al 202 a.C), la Valle Padana entra decisamente nei disegni politici di Roma e si può dire che è da allora che ne comincia la storia ufficiale.

Nel III secolo a.C. Cornelio Scipione conquista Mediolanum e costringe i Galli alla resa, ma la situazione rimane fluida tante che al passaggio di Annibale, questi ultimi si ribellarono e nella tremenda guerra che ne seguì si videro numerosi scontri sulle rive dell'Adda.

Lo stesso nome di Adda, non compare mai e, solo in occasione della campagna di Flaminio, Polibio lo cita parlando della battaglia perduta dai Romani nelle vicinanze della sua confluenza nel Ticino.

Non dimentichiamo che, ai tempi di quella guerra, il territorio compreso fra il nostro fiume e l'Oriente era ancora occupato da una serie infinita di stagni e paludi e che lo stesso Annibale ebbe non poco penato per attraversarlo.

È quindi più geograficamente attendibile che, nel loro approccio a Milano e per le loro operazioni militari, i consoli romani si siano mossi da sud mantenendosi sul terreno solido compreso fra il Lambro ed il Ticino e solo eccezionalmente si siano spinti sul basso corso dell'Adda.

In occasione della sua prima conquista, Roma, del resto, aveva lasciato a nord del Po le cose più o meno come le aveva trovate, limitandosi a creare basi dia appoggio a sud del fiume. È di conseguenza estremamente improbabile che la fondazione di Cassano risalga a quei tempi. Forse sul posto allora esisteva un insediamento gallico in relazione a quel guado che, secondo un'altra incerta tradizione, lo stesso Belloveso (ante 600 a.C., è stato un principe gallo, citato nel racconto dello storico Livio come leggendario fondatore della città di Milano) avrebbe fortificato. Ma siamo sempre nel campo delle ipotesi gratuite.

Solo con la " Lex Pompeia de Gallia Citeriore ", nell'89 a.C., la Gallia transpadana divenne compiutamente romana. Estese opere di bonifica trasformarono radicalmente i connotati del territorio: si diffuse l'agricoltura e tutta la regione si costellò di Municipi, colonie e fattorie. In questo nuovo contesto assunse ben presto grande rinomanza la città di Mediolanum, in altri tempi, dice Strabone, una semplice borgata.

Si può datare l'inizio dell'ascesa della città lombarda dai tempi nei quali l'imperatore Augusto decise di considerare la val Padana come un tutt'uno con il resto dell'Italia. Milano per il fatto di esserne al centro, in una località giustamente equidistante dai valichi alpini che portavano alle Gallie, al Norico, al Resia, finì per prevalere nei confronti di altre città come Bergamo, Brescia, Dertona, Alba, Lodi, le quali in un certo senso, avevano conosciuto uno sviluppo più precoce. Se non altro per motivi di natura strategica.

Dopo la battaglia di Filippi del 42 a.C. Roma prese a distribuire le terre incolte in premio ai suoi legionari e, fra queste, anche quelle della pianura Padana. Per i territori che riguardano la nostra storia ne furono incaricati gli ex-consoli Cornelio Gallo ed il cremonese Alfeno Varo .

Ora, fra le tante schiere cui vennero assegnati lotti agrari nella regione centro-orientale dell'Insubria, figura una " Turma Cassiana" il cui comandante, come dice il nome, poteva essere uno dei tanti appartenenti a quella Gens Cassia che diede i natali anche al principale uccisore di Cesare.

Fra le tante ipotesi che si possono fare sull'origine del nome di Cassano quello che lo collega all'insediamento della Turma in parola appare la più probabile. Si può cioè pensare che, in un primo tempo sulle terre bagnate dall'Adda, ad oriente di Milano, abbia effettivamente preso stanza questo aggruppamento di reduci; che in un secondo tempo il territorio da lori occupato sia stato denominato " Ager cassianus"; che in un terzo, infine, diciamo a cavallo fra il III-IV dell'Era cristiana, in corrispondenza di quel valico fluviale sia sorto un piccolo centro agricolo e che quest'ultimo, in via del tutto naturale, abbia preso il nome di "Cassianum".  

Si può anche pensare che il nome derivi non dalla Turma in questione ma da uno dei tenti cittadini romani che si chiamavano Cassio e che era il proprietario del posto. Dopo tutto, scrive Maria Attilio Levi ne "l'Italia Antica" pag 101: <<.....l'usanza di usare come toponimo di un fondo rustico il nome della famiglia cui esso apparteneva era un'inveterata abitudine romana e tale rimase ancora in avanzata età imperiale>>.

In mancanza di più precise informazioni sul comandante delle "Turma" in parola e sull'ipotetico proprietario del fondo agricolo, rimane pur sempre attendibile la derivazione dal latino Cassius. Dante'Olivieri (1877-1968) filologo, glottologo e linguista italiano nel suo "Dizionario di toponomastica lombarda" ne è pienamente convinto ed a confronto di tale tesi cita altri paesi del posto verosimilmente derivati da altrettanti nomi propri: Corneliano da Cornelius, Albignano da Albinus, Calvenzano da Calventius.

Forse di vera e propria fondazione del paese, in un'epoca così remota, non si deve parlare. Un villaggio di campagna, quando non nasce con intenti ben precisi, come fu il caso delle colonie greche e romane si forma gradualmente per giustapposizioni successive. La stessa Roma, all'inizio, altro non fu che un semplice agglomerato di capanne posto sulla cima di una collina che solo molto tempo dopo sarebbe divenuto il Palatino. Molto meno illustre della Città Eterna, Cassano ne deve, però, aver condiviso il tipo di nascita. Una nascita che, comunque, va messa in relazione con la radicale trasformazione del territorio verificatasi per effetto del risanamento delle zone paludose perseguito dai Romani e il conseguenziale fiorire dell'agricoltura e dei traffici fra le villae del posto e il capoluogo milanese.

 

Villae Romane tratte da:

http://www.mariamilani.com/ancient_rome/ancient_roman_villae.htm

 

In questo contesto, il guado esistente da tempo in quel punto del fiume e la direttiva di marcia che per esso si era venuto delineando, agirono indubbiamente  da elementi catalizzatori, propiziando la comparsa sul posto delle prime baracche di villici, pescatori e traghettatori.

 

Per quanto specificatamente riguarda il nostro valico, nel testamento di Taido nel 774 si legge che in "Bergias et Blancanuca" esisteva una chiesa dedicata a San Pietro. Ora se questi due villaggi sorsero sul posto dove attualmente sono le Cascine San Pietro, cioè in faccia a Cassano sulla riva sinistra del fiume, è facile pensare che analoghi insediamenti sorgessero sulla riva destra, strategicamente più importante. Bisogna però aspettare un secolo perché il nome di Cassano per la prima volta compaia ufficialmente in un documento, in un diploma di Carlomanno redatto nel 877 "....in curte Sancti Ambrosi quae vocitatur Cassianum, juxta Abduam fluvium".

 

tratto da "I Quaderni del Portavoce" N. 2

tratto da: Wikipedia