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Puccini a Illica – Cassano d’Adda

Bruxelles, 20 ottobre 1900

 

Caro Illica,

                 non è possibile contrapporre al regale tipo1 ,  una rivoluzionaria popolana come grande contrasto? Ne farei un contralto: sarebbe un buon elemento diversivo, tanto per una parte drammatica che per la musicale. La scena della testa della  Principessa di Lamballe sulla picca, portata dal popolo sotto le prigioni per farla vedere alla regina?

T’ho spedito un opuscolo su Maria Antonietta. Ciao, e a rivederci presto. Andremo in scena sabato, 27.

 

1 Alla figura scenica di Maria Antonietta. Sin dal 1897 si era fatto parola in Casa Ricordi di una Maria Antonietta da proporre a Giacomo Puccini. Pare che l’idea di un libretto da apprestarsi per l’estro pucciniano sulle vicende dell’infelice regina di francia fosse partita da Schűrmann. In una sua lettera senza data, ma collocabile in quel periodo, Puccini scriveva all’Illica: «Il Figaro annuncia Maria Antonietta in cinque atti – opera con ‘mise en scène’ enorme – libretto di Illica e Schűrmann. Dice che i contratti sono già firmati con Ricordi. E in un’altra lettera, da Roma, in data 29 novembre 1897, aggiunge: «L’idea di Maria Antonietta mi svaga e ci penso e ci penseremo…» dall’idea dello Schűrmann, l’Illica aveva tratto occasione per un suo ripensamento del periodo storico e dell’immagine della sposa di Luigi XVI. Progettava un lavoro in tutto originale, quanto a interpretazione lirica e drammatica di quegli avvenimenti e di quel conflitto politico ed umano. Seguirono nel corso del carteggio gli entusiasmi, i consentimenti, i dissensi e gli abbandoni di Puccini a contatto con questo soggetto, sino alla sua definitiva rinuncia che sarà causa prima del distacco dal fedele collaboratore.

 

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Puccini a Illica – Cassano d’Adda

Milano, 2 gennaio 1901

 

Caro Illica,

                  ho avuto la tua lettera, Ti ringrazio. Mi rimproveri che lavoro poco e dici che è anche il pubblico che mi fa questo appunto, ed è una delle ragioni dell’affare scaligero…1

Ma dimmi chi ha dato alle scene in pochi anni tre opere che si agitano e si muovono su per i teatri!! E’ solo odio dei giornalisti per uno che lavora e sovrappiù guadagna senza versare nemmeno un baiocco nelle loro tasche… A voce poi altre confutazioni.

In quanto poi a Maria Antonietta, non sono d’accordo che con me per non farla. Le ragioni le sai, te le ho dette… Quando vieni a Milano? Avvisami, cartolinami il giorno prima o telegrafami. Ho bisogno di star con te.

P.S. Cosa ti salta in mente di Colautti?2 Levati dall’idea queste cose « impossibili ». Niente c’è, niente ci sarà. Ciao.

 

1 Ossia – così pensava Puccini – della cattiva accoglienza fatto alla Bohème la sera del santo Stefano. Mentre, come si è visto, il pubblico non era rimasto soddisfatto dei due interpreti maggiori,Caruso e la Carelli.

 

2 Arturo Colautti (Zara 1851 – Roma 1914), poeta letterato, drammaturgo, librettista. Autore del libretto di Fedora per Umberto Giordano e, più tardi, di Adriana Lecouvreur e Gloria per Francesco Cilea. L’Illica dovette avere raccolto voci intorno ad un presunto incontro Piccini-Colautti. Donde la secca smentita pucciniana.

 

Tratto da: Carteggi Pucciniani a cura di Eugenio Gara - Ricordi