Pag. 04
258 Puccini a Illica – Cassano d’Adda Cutigliano (Firenze-Pistoia), 14 agosto 1901 Carissimo Illica, scusa il ritardo a risponderti. Fra questi monti dove noiosamente aspetto il lavori di Giacosa, la noia mi ha preso per i capelli. Con la noia l’inerzia, aggiungici il dolore di non vedere Elvira rimettersi come speravo….Insomma t’assicura che se non cambia, questa vita mia non è invidiabile… Trovar la quiete cui anelo da tempo. Addio, caro Gigi. Spero vederti presto. Attendo avviso da Buddha. Ma temo che dovrò allungare il collo per altro tempo!
|
261 Puccini a Illica – Cassano d’Adda Torre del Lago, 1 ottobre 1901 Caro Gigi,
bene! Sono così contento del tuo lavoro, specie del primo quadro,
che è una vera bellezza. Pensami dunque al secondo: l’incontro delle
donne e all’ultimo che coll’intermezzo cupo-lento e suggerisco del
drago, attacco (dello stesso colore) senza vivacità né allegria sino alla
fine. Mi piace che sia di notte con quella luce rossastra che verrà sul
bambino – e tu conserva i piani di Suzuki all’interno dopo che lei
esamina il coltello e si accinge al suicidio interrotto dall’arrivo di
«Dolore».1 Ora vado in macchina per il daino. Spero trovarlo e subito lo spedisco. 1
«Dolore»: versione alquanta estensiva di Trouble, il nome del bambino di Butterfly e Pinkerton.
|
263 Puccini a Illica – Cassano d’Adda Torre del Lago, 5 dicembre 1901 Caro Illica, il daino non è ancora caduto. Cadrà, ma lo riceverai alla vigilia della mia partenza, perché coi vecchi amici vorrei esserci anch’io. Presto sarò a Milano, tanto più che il tempo sembra guasto per un pezzo. Ti raccomando l’ultimo quadro e pensami a quell’intermezzo, per servirmi del coro: bisogna trovare qualcosa di buono: Voci misteriose a bocca chiusa (per esempio). Non so cosa vorrei, ma ci vuole qualcosa, e questo qualcosa lo troverai tu, ne sono certo. A presto dunque.
|
264 Puccini a Illica – Cassano d’Adda Milano, 6 gennaio 1902 Caro Gigi, prima di tutto grazie della gentile ospitalità Nota del sito. Poi, dice il Signor Giulio, manda a lui o a me ciò che farai della scenetta dei diversi fiori, cantodanzante1 e le aggiunte che crederai fare. Non spedirle a Giacosa. Per copiarle noi, prima. Nota
del sito Appare evidente che
Puccini sia stato a Cassano d’Adda ospite di Illica nella villa annessa a
palazzo Sormani (attuale sede dell’Oratorio Maschile) 1 Si riferisce alla chiusa dell’attuale secondo atto, e più precisamente al duettino Butterfly-Suzuki. Notadelsito
Da questa frase appare
molto chiaro che Puccini è venuto a Cassano d'Adda ospite di Illica.
|
266 Puccini a Illica – Cassano d’Adda Torre del Lago, 10 gennaio 1902 Caro Gigi, grazie del ricordo che hai di me. Ormai sono imbarcato in Giappone e farò del mio meglio per renderlo, ma più delle pubblicazioni di costumi morali e materiali, mi sarebbe filo qualche nota di musica popolare!... N’ho cercata e ne ho trovata, ma è povera e poca cosa.
|
277 Puccini a Illica – Cassano d’Adda Torre, 30 aprile 1902 Caro Illica, lavoro. E non ho intervistato Sada Yacco 1. Ho qui però molto materiale della razza gialla che mi serve. Il tempo s’è rimesso al freddo. Tu quando verrai a Torre con la Signora? Giacosa mandò la fine prima parte del 2° atto. Assai ben fatta, e lui non venne. Manderà presto il resto, speriamo… 1 La celebre attrice giapponese Sada Yaccosi trovava allora in Italia, per una rapida tournée. Consorte dell’attore e commediografo Otojro Kawakami, considerato come un riformatore del teatro giapponese, la piccola ma grande Sada aveva già suscitato a Parigi un vero fanatismo: specialmente recitando un dramma intitolato Losan e Kinkoro, che era poi una riduzione ad uso orientale della Signora delle Camelie (Cfr.: Viaggio umoristico nei teatri, di Jarro. Firenze, ed. Bemporal, 1908). Evidentemente Puccini aveva pensato di mettersi in contatto con lei e col marito, i quali avrebbero potuto essergli molto utili in questa fase preparatoria di Butterfly.
|
280 Puccini a Illica – Cassano d’Adda Torre del Lago, 4 giugno 1902 Caro Illica, grazie della cartolina e del graziosissimo kimono farfallesco che prenderò a modello per un abito di Butterfly. Io lavoro e ne sono contento, per ora, anche per il colore che mi preoccupava tanto. Non so più niente del sig. Giulio e non capisco perché mi tratti così col suo oblio. Che forse voleva l’opera pronta per quest’inverno? Caro mio, prima di tutto non ho il libretto completo, e per quanto ne scriva a Giacosa non mi risponde. Poi lo so che se non scrivo musica a vapore, non sono però neroniano1. Dunque? Non capisco. Andiamo avanti. Coll’oblio degli amici mi son quasi familiarizzato! Sto nel mio guscio non felicemente, ma devo starci. Ti ringrazio tanto del pensiero tuo per me. 1Allusione alla lentezza creativa, o elaborativa che fosse, di Arrigo
Boito: divenuta proverbiale a proposito del Nerone, sempre annunciato come compiuto e viceversa costantemente sottoposto a
ritocchi e rifacimenti.
|
285 Puccini a Illica – Cassano d’Adda Torre del Lago, 15 ottobre 1902 Carissimo, io, civettaio, ho sempre avuto una predilezione per i pettirossi e ne so la silvestre poesia autunnale. Hai ragione: bisogna mettere in bocca a Butterfly il canto, in forma di strofette che odorino di muschio umido e di foglie secche di macchia. Hai visto sul Corriere telegrafata una chiacchierata mia con Paladini?1 Tengo a dirti che dissi solo poche parole del soggetto e dei suoi autori. Lui ha fiorito, infarcito, riempito mettendomi in bocca pensieri, frasi, osservazioni che non sono mie. Bisogna proprio chiudersi in se stessi e non darsi a nessuno. Ma che vuoi? Mi capitano fra i piedi e io non posso a meno di parlare di cose mie. È una malattia! Ma questa ultima di Paladini mi servirà di scuola. 1
Carlo Paladini, antico frequentatore dell’osteria di «Giovanni
dalle Bande Nere», uno dei
primi divulgatori di cose pucciniane.
|
Tratto da: Carteggi Pucciniani a cura di Eugenio Gara - Ricordi