Fernando Brambilla, pittore di Camera di Carlo IV

Emilio SOLER PASCUAL

Universidad de Alicante

dal sito:

http://www.cervantesvirtual.com/servlet/SirveObras/01604963214586052982257/p0000002.htm

il testo di questo documento è in lingua spagnola ed è stato tradotto in lingua italiana

 

I PITTORI DELLA SPEDIZIONE MALASPINA

Nella mattina del trenta di Luglio di 1789 partiva da Cadice la spedizione chiamata Malaspina. Era composta di due corvette costruite in La Carraca di Cadice espressamente per l'occasione: La Descubierta, al comando proprio di Alessandro Malaspina, e la Atrevida, comandata per D. José Bustamante e Guerra. Il fior fiore della marina spagnola della fine del secolo formata con la direzione del marinaio lunigiano da: Cayetano Valdés, Antonio Tova Arredondo, Dionisio Alcalá Galiano, Felipe Bauzá, José Espinosa e Tello, Ciriaco Cevallos, e altri.

La spedizione autorizzata per Floridablanca, primo Sottosegretario, cercava di coprire due grandi obiettivi: da una parte, dimostrare che la Spagna imperiale non era entrata in decadenza e, per assicurare il futuro spagnolo delle colonie analizzando attentamente coste, rotte e fortificazioni. E se questi erano i desideri di Floridablanca un terzo desiderio annidava in Malaspina, scoprire l'America, trovarsi con una realtà che egli voleva cambiare affinché continuasse ad essere spagnola: "Senza conoscere l'America, come possibile governarla?”(70).

Dopo sessantadue mesi a bordo, la spedizione Malaspina approdò a Cadice il 21 di settembre del 1794. Aveva percorso le isole  Canarie, il Rio della Plata, la costa della Patagonia, le isole Malvinas, la Terra del Fuoco, Cile, Perù, Ecuador, Panama, Nicaragua, Messico, California, Alaska, le isole Marianas, Filippine, Australia e Tonga.

La documentazione risultante del viaggio, più di un milione di fogli, scoprì, come segnala María Dolores Higueras (71), l'ampiezza dei compiti scientifici affrontati:  astronomia, idrografia, botanica, zoologia, mineralogia, pedologia comparativa, settore minerario e tecniche minerarie, sociologia, demografia, etnologia, linguistica, storia precolombiana, farmacopea, salubrità ambientale, risorse vive, strade e comunicazioni, numismatica, urbanistica, imposizioni fiscali, traffico marittimo e dogane, costruzione navale, risorse pescherecce, fortificazioni e difesa, università, ospedali, censimenti ecclesiastici, oltre ad un esaustivo studio fisico-geografico.

Uno degli aspetti più attraenti della spedizione Malaspina lo costituì la realizzazione grafica ed artistica di città, animali, piante e tipi di razze umane di quanti posti visitarono, realizzata per i pittori che Alessandro Malaspina arruolò. In prima istanza furono José del Pozo, José Sánchez, José Guío e Jerónimo Delgado, gli eletti; essi furono quelli che partirono nell'Avanscoperta alla sua uscita da Cadice. Altri disegnatori della Spedizione furono Bauzá, Pineta e Cardero, benché lo facessero in modo amatoriale perchè la loro missioni a bordo aveva un’altra caratteristica.

Malaspina necessitava, secondo le parole di Francisco di Bruna, Uditore Decano dell'Udienza di Siviglia, di pittori capaci di: "rappresentare dal vivo quegli oggetti che le penne più destre non potessero descrivere mai perfettamente."

L'insegnante González Claverán (72), segnala che il lascito pittorico delle corvette spagnole non ebbe paragone nella sua epoca. La spedizione riunì una gran quantità di disegni il cui numero non è facile da precisare poiché si trovano dispersi in diversi archivi e collezioni private. Attualmente quelli inventariati sommano una quantità superiore agli ottocento, nelle parole della dottoressa Higueras (73), mentre un'altra gran parte dei documenti devono essere andati persi.

La maggior parte dei disegni catalogati si conserva in Spagna nonostante che nel secolo XIX la collezione fu divisa in tre grandi lotti: uno che rimase nel Deposito Idrografico e che si conserva attualmente nel Museo Navale col resto della documentazione; un altro, quasi della stessa importanza, che venne tenuto da Felipe Bauzá che lo portò a Londra e che, attualmente, si trova, nella sua maggiore parte, nel Museo dell'America; ed un altro blocco importante di disegni, la quasi totalità di quelli di carattere botanico che si conserva nell'Archivio del Reale Giardino Botanico di Madrid. La dottoressa Sotos Serrano (74), ha catalogato, in maniera molto documentata, 830 disegni di questo viaggio.

Oltre alla Spagna, altri paesi conservano attestazione grafiche della spedizione Malaspina, secondo la dottoressa Higueras (75),: Inghilterra, Fondo Bauzá del British Museum,; Argentina, Collezione Bonifacio del Carril; Cile, Collezione dell'Università di Santiago del Cile, "Biblioteca Centrale"; Australia, Collezione della Biblioteca Mitchell di Sydney; Stati Uniti, Collezioni nelle Università della California e Yale.

Per diversi problemi, Malaspina sollecitò, in forma urgente, la contrattazione di nuovi pittori. Uno, come il professore di Belle Arti, il valenciano (76), Tomás di Suria, si unì alla spedizione ad Acapulco nel febbraio di 1791. Altri, come il lombardo Fernando Brambila (77), ed il parmigiano Juan Ravenet (78), contrattati per 27.000 reale annui (79), si unirono in ottobre dello stesso anno in Messico, dopo settimane di viaggio da La Coruña.

I primi disegni dei suoi compatrioti che non  hanno mai abbandonato Alessandro Malaspina, causarono un'enorme soddisfazione nell'illustre navigatore. In dicembre di 1791, scrisse una lettera al ministro della marina, Antonio Valdés dicendo:

 

 

 

Vedrà V.E.. alcuni frutti della loro capacità; e se giudicasse o per le relazioni da me inviate o per il modo con che si sono comportati in Messico e fino a questo punto devo assicurare che questo gruppo importante della Spedizione è non avrà nessun rischio di affievolirsi nei confronti col resto.(80)

 

 

Fernando Brambilla

 

Di tutti gli artisti che parteciparono al viaggio, Fernando Brambilla è stato considerato come quello di più solida formazione. L'insegnante Sotos Serrano (81), segnala che era un pittore di gran capacità e sensibilità che possedeva un gran dominio del disegno di paesaggi e di insiemi urbani benché la rappresentazione di persone ed animali la faceva con una certa goffaggine. Lo storeografo dell'arte Torre Revelló (82), aggiudica a Brambilla una pennellata agile, un disegno preciso, una conoscenza dell'uso del colore, "benché abbia una marcata preferenza per i colori bassi o abusi dei toni oscuri nelle annacquate."

Brambilla nasce nel paesino da Fara Gera d'Adda (83), vicino al Pizzighettone, in 1763 [1]. Figlio di Francesco Brambilla e di Antonia Ferrari, ebbe tre fratelli, Giuseppe, Domenico e Maria, [2] come egli stesso segnalò nel suo testamento (84). Da giovane si dedica alla pittura, mestiere che svolgeva a Milano quando gli amici di Malaspina, il conte Greppi e Melzi d'Eril, seguendo istruzioni del marinaio, lo propongono, alla fine di marzo di 1791, per la sua incorporazione al viaggio. La contrattazione di Brambilla fu un tanto fortunata poiché la petizione si fece a Juan Ravenet, pittore parmigiano, che accettò rapidamente l'offerta, ed a Blas Martini (85) che, respingendola, permise la contrattazione del professore della milanese Accademia di Belle arti di Brera.

In aprile di quello stesso anno, Brambilla arriva da Genova in compagnia del suo collega Ravenet e partono verso Barcellona. Dopo un difficoltoso viaggio in calesse da Barcellona alla capitale del Regno, viaggiano fino alla Galizia e, da La Coruña, imbarcano per l'America. Lì, abbordarono la fregata posta Il Cortés. Dopo alcune settimane arrivano sani e salvi a Veracruz dopo uno scalo a L'Avana, dove ricevono 360 pesi per le loro spese (86) Nella capitale messicana è indicato loro che devono dirigersi ad Acapulco, dove si trovano le due corvette. Le opere più conosciute dei due artisti italiani in Messico sono le viste che fecero di Acapulco e della sede vicereale.

Il brigadiere Malaspina che aveva giocato forte nella contrattazione dei suoi due compatrioti, loda nel suo Diario di Viaggio il lavoro che realizza Brambilla nelle terre della Nuova Spagna:

    

 

 

le antichità peruleras, studiate ora nel Cuzco, daranno nuovo materiale per conoscere l'architettura di quei paesi che Don Fernando Brambilla aveva studiato già e descritto con tanto successo allo stesso modo dell’architettura messicana.(87)

 

 

Brambilla, apparentemente, disegna anche le antichità azteche benché questi disegni non siano stati mai contrari. Una frase del naturalista Antonio Pineda ci lascia nell'incertezza: I "nostri pittori disegnarono una piramide in Teotihuacán mettendosi in." un hueco debaxo de ella “(88)

La commissione di Brambilla sarà la realizzazione di viste dei porti e città più importanti visitate dalle corvette: Humatac, Palapa, Sorsogón, Manila, Macao, Zamboangan, Sydney, Parramata, Vavao, Lima, Buenos Aires e Montevideo. Di questi posti, Brambilla realizza diverse panoramiche che concedono un'informazione precisa ed ampia sulla loro situazione, sistema di difese, monumenti, etc., materiale basilare per qualunque studioso interessato a conoscere la vita e lo stato di quelle città nei tramonti del secolo delle Luci.

 Nel suo disegno Vista di Montevideo il cui panorama è stato preso dal porto, si apprezza con chiarezza la città, fondata nel 1726, e la muraglia che la circondava con alcuni dei suoi baluardi ed una porta di accesso. Davanti, emerge la cattedrale. Alla sinistra del disegno, fuori già del recinto murato, sottolinea il forte che difendeva la baia, oggi riconvertito in Museo Militare. La zona murata dipinta dal Brambilla corrisponde a quello che si denomina attualmente "città vecchia”(89) Questo disegno ha un gran valore per lo storiografo uruguaiano Horacio Arredondo (90), poiché si tratta dell'unica rappresentazione fedele che documenta un settore della città della quale si tenevano solo riferimenti."

La Vista di Buenos Aires è realizzata dal Brambilla dal fiume, con la città sul fondo, dove si distingue la residenza del vicerè, la cattedrale ed il palazzo episcopale. Questo disegno fu utilizzato da Bartolomé Maura per la realizzazione di un'incisione il cui ferro da stiro si conserva nel Museo Navale di Madrid. Lo storiografo argentino Bonifacio del Carril (91), “segnala che si tratta della prima rappresentazione grafica di Buenos Aires nella quale si vede la città come tale alla fine del secolo XVIII." L'interesse di questa incisione (92), accrebbe dalla sua pubblicazione nel libro di Félix di Azara (93).

Un'altra delle grandi opere realizzate dal Brambilla nel suo periplo viaggiante è, senza nessun dubbio, la Vista della città di Lima. Costituisce uno degli esempi più belli che esistono della città settecentesca, quando la capitale peruviana era considerata il gioiello della corona "spagnola." In lei si distingue la chiesa degli Abbandonati, la torre di Sacra domenica, la cupola della Cattedrale e le chiese di San Pedro e San Francisco. Sui bordi del fiume Rimac le donne lavano i vestiti ed alla destra della piastra si osserva il ponte di pietra, il primo costruito in America dagli spagnoli che comunicava la città col sobborgo di San Lázaro, dove poco dopo si costruì il famoso e cantato Pioppeto.

Le pitture che realizzò Brambilla a Lima dovettero piacere oltremodo alle autorità locali poiché gli fu proposto di lavorare lì non appena finisse la sua missione viaggiante. Per cause ignorate il tema non ebbe seguito, trovandosi nell'Archivio del Museo Naval (94), le condizioni proposte dal Brambilla per responsabilizzarlo di una Scuola pubblica di Disegno a Lima.

Di gran interesse storico risultò la serie di viste che Brambilla realizza della città di Manila, durante i sei mesi che rimane nella capitale filippina. In alcuni casi, secondo Carmen Sotos, questi disegni riflettono l'ultima immagine grafica di una città distrutta nella seconda guerra mondiale. Così lo conferma lo studio di Lourdes Díaz Trechuelo (95), sull'Architettura spagnola nelle Filippine.

L'insegnante González Claverán segnala che Brambilla si basò su schizzo di Cardero e Bauzá per realizzare alcune delle sue opere, corrispondenti nella sua maggioranza a luoghi che egli non ebbe occasione di conoscere direttamente per la sua incorporazione tardiva alla Spedizione. Gli esperti indicano che così poté proseguire coi disegni ed incisioni relativi al passo della cordigliera delle Ande, del Cile all'Argentina.

Nel Luglio di 1792, durante il suo soggiorno nell'isola di Luzón, decedette il gran naturista della spedizione, Antonio Pineda, gran amico del comandante Malaspina. Questo sollecitò il governatore e capitano generale di Filippine che permettesse di rendere onori militari a Pineta, erigendo un monumento in memoria dell'illustre scienziato guatemalteco. Il suo ricordo rimase immortalato nell'Orto di Malate, proprietà della Reale Compagnia delle Filippine, ed il tumulo, costruito vicino alla chiesa di San Agustín, fu progettato da Fernando Brambilla (96), e pagato da Malaspina.

Nella sua visita all'Australia, i perfetti disegni di Brambilla servirono a Malaspina da regalare ai suoi anfitrioni inglesi. Così, il maggiore Grose, ufficiale incaricato della colonia, ricevette due viste del porto di Sydney ed un'altra di Parramata, centro dell'agricoltura di quell'isola (97). Anche il capitano Patterson ricevette una vista di una cascata dell'isola di Norfolk. Le piastre del Brambilla furono inviate in Inghilterra affinché contemplassero le autorità britanniche il rapido sviluppo di Sydney.

Secondo Concepción García Sáiz (98), lo stile di Brambilla si muove dentro il circolo di pittori poderosamente influiti per la tecnica del francese Vernet. Quello che è evidente è che nell'opera del pittore milanese si riuniscono una gran abilità professionale accademica ed un magnifico dominio della prospettiva.

 

Nella corte madrilena.

 

Ritornando le corvette nella penisola, i pittori, come altri membri della Spedizione, si stabilirono nella Corte. Malaspina propose che Brambilla allungasse il suo soggiorno a Madrid poiché credeva che era parte fondamentale nell'aggiornamento della documentazione della spedizione che doveva essere pubblicata (99). Malaspina, in corrispondenza col suo amico Paolo Greppi, segnala che tra i molti meriti di Brambilla raffigura che: «se dió a querer entre los españoles por sus prendas morales y por su fineza de modales.» (100)

L'incarceramento del brigadiere della Reale Armata (Malaspina), dietro il suo fallito complotto (101), contro l'onnipotente Manuel Godoy, non ostacolò che continuassero i lavori di Brambilla sull'aggiornamento dei disegni realizzati per la spedizione. Pochi giorni prima della sua detenzione, il 10 novembre di 1795, Alessandro Malaspina riceveva una carta (102), dal Brambilla sul suo quadro Vista di Chapultepec, appunto realizzato in Messico durante la spedizione e del quale il brigadiere gli aveva incaricato una copia per la moglie del morto vicerè del Messico, Bernardo di Gálvez. Anni più tardi, Malaspina continuava a ricevere nel suo esilio della lunigiana  corrispondenza dei suoi più stretti collaboratori, tra essi di Fernando Brambilla, per mezzo di Eric Beerman.

Il professore Beerman (103), nel suo dettagliato studio sul diario del processo di Alessandro Malaspina, segnala che il 28 novembre di 1795, quattro giorni dopo la detenzione del brigadiere, Brambilla, come tutti gli ufficiali commissionati per la catalogazione del viaggio, dovettero integrarsi senza esitazione ai loro rispettivi dipartimenti, come Reale Ordine (104).

Passati i tormentosi giorni che seguirono all'arresto del brigadiere, le acque girarono al suo alveo e la vita continuò nella Corte. Vicino a Ravenet, Brambilla rimase in Spagna lavorando nel suo mestiere e ricevendo la paga di 27.000 reali annuali che furono contrattati dal Malaspina. Nel 1798 si pensò nella Corte che doveva essere ridotto loro la paga annuale a 12.000 reali, poiché avevano l'opzione di "esercitare la loro arte con incarichi particolari con molti vantaggi propri” (105). Dopo una protesta formale, e fortunatamente per loro, il monarca non cedette al ribasso del loro onorario (106).

Fernando Brambilla, all'inizio del 1799, redasse un'istanza nella quale si encomiava i suoi sforzi nella spedizione Malaspina "alla quale accompagnò deliberatamente della triste fine che ebbero Cook e Laperouse." Aggiunse che "abbandonò patria, famiglia e carriera per sacrificare la sua vita nel servizio di S.M.." Continuava ad argomentare che durante il tragitto osservò "una condotta irreprensibile" e, dopo aver  enfatizzato i suoi meriti, sollecitava che  fosse usato come pittore architetto e decoratore di camera del re, "con la sua rispettiva uniforme, e con lo stesso stipendio di 27.000 reali che gli avevano concesso il governo spagnolo (107) da otto anni. La missiva era copia quasi letterale di quella inviata in gennaio di 1796 che ottenne il silenzio come risposta (108).

Facendo attenzione ai suoi meriti e servizi, il quattordici aprile di 1799 (109), Fernando Brambilla fu distinto da Carlo IV col titolo di "pittore architetto e decoratore della sua Reale Camera", con lo stesso stipendio che godeva fino ad allora e con l'incarico che continuasse i lavori della spedizione. Il ventotto aprile il Brambilla giurò di "servire bene e fedelmente il nostro Signor Re"

L'anno 1800 vide il matrimonio di Fernando Brambilla con Josefa Tami, "di stato onesto, e figlia del defunto Don. Pablo Tami educato di V.M. e di Dña. Eustaquia Rouyer...", secondo il permesso sollecitato al Sumiller di Corps con data 27 di dicembre di 1799. La risposta affermativa non si fece sperare ed il 30 dicembre gli fu concesso detta autorizzazione per sposarsi. Del matrimonio nacque un'unica figlia, Antonia, poiché Brambilla restò vedovo giovane.

Con motivo di esaltazione del Cardinale Luis María di Borbone a Prelato dell'Arcivescovato di Toledo, si incarica al Brambilla una gran facciata in arco trionfale per essere posizionata nella Porta del Pennone della Cattedrale. Brambilla sollecita la collaborazione di Gregorio Borghini ed alla sua conclusione, il sette febbraio di 1801, stimano il loro lavoro in novantamila reali. Valutato che il prezzo sembrasse eccessivo al canonico ed Operaio maggiore della Cattedrale, Francisco Pérez Sedano, si chiese giudizio ad altri artisti che stimarono l'opera di forma ben differente. Infine si chiamò il pittore di Camera di S.M, Francisco, il Goya, affinché dicesse l'ultima parola, tassando l'opera in quarantacinquemila reali, giustamente la metà di quello sollecitata. Brambilla e Borghini recepiscono male questa valutazione per il loro lavoro manifestando, furiosamente, la loro  discordanza con la valutazione tanto bassa che si fa della loro opera (110).

Un ordine Reale (111), del 1801 ordinava di imprimere una serie di incisioni col tragitto di Valparaíso a Montevideo realizzato nel 1794 da Bauzá e Spinosa, disegnati dal Brambilla in funzione degli appunti presi da Bauzá. Questo viaggio, di tre mesi di durata, non si  pubblicò mai, benché  rimasero registrati i disegni e le lettere destinate ad illustrarlo e che ha raccolto nel suo Catalogo Critico... la dottoressa Higueras.

La commissione che  contrattò Brambilla e Ravenet rimase ufficialmente liquidata nel  maggio del 1806 (112), data in cui i pittori, secondo la dottoressa González Claverán, consegnarono a Spinoso e Tello, direttore del Deposito Idrografico, tutti i loro disegni della spedizione Malaspina.

Avendo terminato i suoi lavori viaggianti, Brambilla ebbe problemi per riscuotere il suo salario poiché José Spinosa e Tello, direttore del Deposito Idrografico non considerarono opportuno che gli fosse in seguito pagato lo stipendio il cui costo era a carico del loro Dipartimento. Brambilla scrive al ministro del Fisco, Miguel Cayetano Solere, esponendolo i suoi dispiaceri e sollecitando un'immediata soluzione ai suoi problemi. A seguito di  questi eventi al Brambilla fu richiesto, nell’aprile di 1806, di presentarsi all'Intendente della Casa di Porcellana, Christóbal Torrijos, affinché "sapendo della sua abilità, dicesse se poteva essere utile allo stabilimento."

Il 30 maggio di quello stesso anno, i tre direttori della Casa di Porcellana respingono, molto gentilmente, il concorso di Brambilla poiché i suoi molti meriti come pittore li possedeva in un ramo di pittura propria per:

    

 

 

cose grandi come Soffitti, Teatri e Quadri che è molto differente di quelli di Porcellana, si vedrebbe costretto a intraprendere un nuovo modo di dipingere interamente opposto a quello che esercitava costandogli delle fatiche penose per la sua età, e sarebbe stato difficile ottenere quello che necessitava  la Fabbrica...

 

Una volta conosciuto il rifiuto dalla direzione della Casa di Porcellane, Fernando Brambilla scrive il 27 di Luglio del 1806 alla Corte e si offre per realizzare copie naturali delle viste dei Posti Reali, evitando che queste pitture vengano fatte da altri individui che non fanno parte del servizio di S.M" e dando, se approvati i suoi piani, una prova chiara del talento dei pittori di Camera, "facendo vedere agli estranei che non ci guadagnano nella perfezione di questa Arte".

Nel 1808, Brambilla disegna in acquarello i disastri causati dalle truppe napoleoniche nella città di Saragozza, in collaborazione col pittore Juan Gálvez che si incaricò dei ritratti degli eroi. Nessuno meglio del Brambilla per commentare quel che successe in questi anni, benché lo faccia una terza persona:

    

 

 

Quando accadde la nostra rivoluzione, Vi prese parte dirigendosi con D. Juan Gálvez a Saragozza a copiare le sue rovine e ritratti dei patrioti che più si distinsero in prima linea, e terminata questa impresa si recò a Madrid pochi giorni prima della seconda entrata dei Francesi, ma perseguitati i due poi da Napoleone che ebbe notizia del progetto, fuggirono da quella capitale e vi ritornarono dopo che Napoleone marciò a Castiglia, e continuarono il loro compito con abbastanza rischio...(113)

 

 

Le drammatiche scene raccolte dal Brambilla e Gálvez possono essere l'anteprima dei Disastri della Guerra dipinti dal Goya, compagno di Brambilla come pittore  reale di Camera benché non amico, che visitò Saragozza nella la stessa epoca del il pittore lombardo (114).

Nel 1811, Fernando Brambilla andò a Cadice cercando il rifugio sicuro che offriva la capitale Andalusa di fronte all'avanzamento incontenibile delle truppe napoleoniche. Lì, nel 1812 (115), si pubblicò una collezione di trentadue piastre intitolate Rovine di Saragozza che furono registrate all'acquaforte dallo stesso Brambilla e corrispondenti ai disegni realizzati anni dietro. L'edizione si realizzò in varie consegne (116), e, come egli racconta, le porta il Brambilla stesso a proprie spese, "ad abbandonare le loro proprietà e famiglia" Carmen Sotos aggiunge che delle trentadue piastre, tredici sono interamente fatte dal Brambilla trattandosi di paesaggi.

La precaria situazione economica di Fernando Brambilla che dal giugno del 1807 non riscuote il suo stipendio (117), l'incita a sollecitare, il quattro giugno di 1813, la sua nomina come "Conservatore, Decoratore ed Architetto della Reggenza, o nei Palazzi Reali abbandonati per il nemico, oppure nel destino di Direttore della Reale Calcografia di Madrid." (118); nell'anno 1814 una volta finita la guerra dell'Indipendenza, si procedette a pagare gli arretrati che gli erano dovuti.

Dal febbraio del 1814, Brambilla svolge l’incarico di Direttore di Prospettive nell'Accademia di Belle arti di San Fernando, prima in forma provvisoria e senza stipendio (119), e, posteriormente, in forma definitiva. Nella sessione ordinaria dell'Accademia del primo di ottobre del 1815, il Brambilla viene nominato Accademico come pittore prospettico, "dispensandolo da nuovi elementi di prova."

A partire da questo momento Fernando Brambilla gode di una gran stabilità professionale, combinando i suoi compiti accademici con gli incarichi reali che gli permettono di acquisire interessanti quote artistiche.

Anche l'opera artistica di Fernando Brambilla include una parte teorica poiché scrisse un Trattato di principi elementari di prospettiva (120), edito dal 1817 dall’Accademia di San Fernando.

Nel 1816 Brambilla lavorò nelle opere di ristrutturazione della palazzina di La Moncloa, "trasformando l'antealcoba e collocando sulle finestre alcune tele a tempera con viste di Posti Reali...", secondo Ezquerra del Bayo (121).

Nel 1817 si dà l’incarico al Brambilla delle opere di pittura nella Casa di S.M. in La Florida", esistono prove documentali delle somme riscosse dal pittore italiano con la benedizione di Isidoro Montenegro, "Gentiluomo di Camera di S.M" Queste opere nel Reale Palazzo della Florida furono terminate nell'anno 1819 e si suppone che furono dati al Brambilla onorari totali di 42.000 reali.

In questi fertili anni artistici, il lavoro di docente del Brambilla è molto apprezzato dai suoi compagni dell'Accademia e, così, quando si decide la creazione di un nuovo studio per la Via  Fuencarral, si nomina il Brambilla Direttore delle classi di Decorazione e Prospettiva, con uno stipendio di dodicimila reali. (122).

Nel 1821 si incarica il Brambilla la realizzazione di una serie di viste dei Reali Posti, compito che l'occupa fino alla sua morte. Quasi tutte le descrizioni realizzate sono accompagnate da scene popolari o ritratti dell'epoca, si deve indicare che il Brambilla contava su aiutanti.

Nella Casetta dell'Agricoltore di Aranjuez possono contemplarsi ventotto dipinti ad olio di San Ildefonso che rappresentano viste generali, palazzi, fonti, fiumi, sfiatate, stagni e giardini tra i quali si sottolineano due paesaggi innevati di gran valore artistico.

Del suo soggiorno in San Lorenzo all'Escorial, nel 1822, rimangono una ventina di quadri che vanno dalle panoramiche del Monastero alle numerose dipendenze che lo compongono: Chiesa, Biblioteca, Scala Principale, Sacrestia, Pantheon, Patii, ecc.

Nell'anno 1826 rinuncia al suo impiego di Direttore di Prospettiva dell'Accademia, per non potere impegnarsi come egli avrebbe voluto, dovuto ai suoi obblighi come pittore di Corte che l'obbligano ad allontanarsi periodicamente dalla capitale, ma continua ad appartenervi come Accademico di mérito (123).

Nel settembre di 1826 Fernando Brambilla va dal Duca di Híjar, Sumiller di Corps sollecitando l’ aiuto di "legna, medico, farmacia e la casa per tutta la sua famiglia, aiutante, e stanza per il suo studio" dovendo dirigersi ad Aranjuez "a disegnare viste, con Ordininanza del berval di S.M", come già li aveva ricevuti per dipingere quelle di "San Ildefonso e San Lorenzo."

La salute di Fernando Brambilla che aveva incominciato a deteriorarsi nel suo viaggio con la spedizione Malaspina, non deve funzionare bene poiché con diverse date tra gli anni 1822 al 1829, il Sumiller di Corps gli concede licenza "affinché possa passare a prendere le acque e bagni minerali di Trillo che gli sono utili per recuperare la salute” (124).  Brambilla presenta il certificato medico spedito da Cipriano Cabrero, medico del Reale Posto di San Lorenzo. Il 20 giugno del 1825 Fernando Brambilla chiarisce il motivo della sua malattia: "il Medico dice che è necessario passare a prendere i bagni di Trillo, affinché ottenga un totale ristabilimento dell'attacco di nervi che soffre da tre anni..." (125)

Nel 1828, un nuovo certificato medico, di Manuel Roldán, specifica un po' più l'indisposizione: "D. Fernando Brambilla, Pittore di Camera di S.M, soffre di certi disturbi epilettici accompagnati da vertigini e disturbi del cervello, da alcune stagioni..." (126)

Il fascicolo personale di Fernando Brambilla segnala che dall'anno 1817 andava sollecitando il permesso per assentarsi dalla Corte "con oggetto di ristabilire la sua salute in qualunque paese dell'Alcarria", combinando i suoi soggiorni curativi coi suoi spostamenti per dipingere i Palazzi di S.M. Nel 1832 appare la sua Collezione di viste dei Posti Reali (127), riassunto del lavoro di quegli ultimi anni.

Durante il suo soggiorno in Aranjuez, nel 1828 e 1829, dipinse quadri che si sono trasformati oggi in stampe regionaliste di primo ordine. Di questo periodo si sono inventariati altri ventotto oli che seguono la linea e la qualità delle sue opere anteriori.

Dei suoi lavori su Madrid, città che dipinse in numerose occasioni, come di tutta la sua opera pittorica nei Reali Posti, rimane registrazione documentale di gran parte di essi nell'Archivio di Palacio (128).

Il diciotto agosto di 1832, Fernando Brambilla scrive il testamento a Madrid, trovandosi senza più novità nella sua salute "che gli acciacchi propri della mia avanzata età, e nella mia piena vista, memoria ed intendimento naturale." Nomina sua figlia Antonia Brambilla Tami erede universale dei suoi beni ed a suo genero "Dn. Manuel Vázquez del Viso, suo figlio politico, ufficiale della Segreteria di Stato e dell'Ufficio di Hacienda (129),", ed a José Otón, suo discepolo, come esecutori testamentari.

In un certificato della chiesa di San Martin, conservato nell'Archivio Generale di Palazzo, si legge che Fernando Brambilla, di 71 anni di età, Pittore di Camera di S.M, "decedette il ventitre di Gennaio del milleottocentotrentaquattro", presso il suo domicilio nella strada madrilena di Amaniel, ed è stato sepolto "in una delle nicchie del cimitero."

 

 

 

(70) MALASPINA, Alejandro: Diario. Museo universale. Madrid, 1984, pp. 579-580. Ed. Mercedes Palau, BLANCA e Sáiz Aranzazu Zabala

(71) Higuera Rodríguez, María Dolores: "Il Malaspina Expedition (1789-1794). Una società spagnola di illuminismo "in: Il Pacifico spagnolo. Dal Magellan al Malaspina. Barcellona, 1988. pp. 147-163. Ed. Carlos Martinez Shaw.

(72) GONZÁLEZ CLAVERÁN, Virginia: La spedizione scientifica di Alessandro Malaspina nella Nuova Spagna. 1789-1794. El Colegio de Mexico, 1993. pp. 372.

(73)   Higueras Rodríguez, María Dolores: Catalogo critico dei documenti di spedizione Malaspina (1789-1794) del Museo Navale. 2 voll. Museo Navale. Madrid, 1985. Volume I, p. 25

(74) Sotos SERRANO, Carmen: i pittori della spedizione di Alessandro Malaspina. 2 voll. Accademia Reale di Storia. Madrid, 1982

(75) Higuera Rodríguez, María Dolores: Op. Cit., Vol. II. pp. 273-275

(76) REY TEJERINA, Arsenio: “Tomás Suria (1761-1840)  ha illustrato uno di Valencia in Alaska ", in: La spedizione Malaspina  (1789-1794). Bicentenario della partenza da Cadice. Real Academia Spagnola-americana.. Cadice, 1991. pp. 301-308.

(77) Sotos SERRANO, Maria del Carmen: Fernando Brambila nella Spedizione Malaspina. Inedita tesi di dottorato, Madrid, 1971.
(78) Manfredi, Dario: "Un artista franco-Parmense nella Spedizione Malaspina: Giovanni Ravenet", in: Archivo Storico per le Province Parmesi. XLI, n. 4, Parma (1989). pp. 385-405.
(79) ARCHIVIO DI PALAZZO GENERALI (AGP). File personali. Box 140, Expte. 57.: D. Fernando Brambrila.

(80) ARCHIVO DEL MUSEO NAVALE (AMN). Manoscritto 1827. pag. 17.

(81) Sotos Serrano:  Carmen: "Gli artisti della Spedizione Malaspina in: La Spedizione Malaspina 1789-1794. Viaggi in America ed Oceania delle corvette "Scoperta" e "Audace", Madrid, 1984, pp. LXVI-LXXVII.

(82) TORRE REVELLÓ, José: Gli artisti pittore della spedizione Malaspina. Buenos Aires, 1944. pp.42-43.

(83) BARBER, Peter: «Malaspina and George III Brambila and watling three rediscovered drawings of Sydney and Parramatta», en: Malaspina'92. Jornadas Internacionales. Real Academia Hispanoamericana. Cádiz, 1994. Edición de Mercedes Palau y Antonio Orozco, pp. 358-371.

(84) AGP. Expedientes Personales. Scatola 140/57.: D. Fernando Brambila.

(85) AMN. Manoscritto 583. Pagina 73-74.

(86) ARCHIVO GENERAL DE LA NACIÓN (AGN). Historia 277. Folio 93v.

(87) MALASPINA Alessandro: Diario de Viaje. Op. cit. pp. 51.

(88) AMN. Manoscritto 563 Pagina 113.

(89) SOTOS SERRANO, Carmen: "L'America che conobbe Malaspina. Immagine artistica di un viaggio", in: La Malaspina (1789-1794). Bicentenario dell'uscita di Cadice. Reale Accademia Spagnola-americana. Op. cit. pp. 239-267”

(90) ARREDONDO, Horacio: "Fortificazioni di Montevideo. Il Portone di San Pedro" in: Rivista dell'Istituto Storico e Geografico dell'Uruguay, num. 2. Montevideo, 1927. pp

(91) CARRIL, Bonifacio del: Monumenta Iconographica, Buenos Aires, 1964. pp. 37

(92) SOTOS SERRANO, Carmen: pittori della Spedizione di Alessandro  Malaspina. 2 vol.. Reale Accademia della Storia. Madrid, 1982. Vol. I. pag. 109.

(93) AZARA, Félix di: Voyages dans l'Amerique Meridionale. 5 vols. Parigi, 1809. Vol. V. Lamina XVII

(94) AMN. Manoscritto 427. Pag. 110 y 111.

(95) DÍAZ TRECHUELO, Lourdes. Architettura spagnola nelle Filippine (1505-1800). Siviglia, 1959.

(96) AMN. Manoscritto 583. Numero 107.

(97) AMN. Manoscritto 92. Pag. 55.

(98) GARCÍA SÁIZ, María Concepción: "Rifletti davanti all'immagine grafica della La Spedizione Malaspina", è: La Spedizione Malaspina 1789-1794. Viaggi nell’ America ed Oceania delle Corvette "Scoperta" e "Audace", Madrid, 1984.

(99) AMN. Manoscritto 2219. pag. 53.

(100) ARCHIVIO DELLA REALE ACCADEMIA DELLA STORIA (AAH). Manoscritto 9/7165. Lettere di Alessandro Malaspina a Paolo Greppi.

(101) SOLER PASCUAL, Emilio : La Cospirazione Malaspina (1795-1796). Istituto Gil-Albert. Alicante, 1990.

(102) AMN. Manoscritto 583. pag. 60.

(103) BEERMAN, Eric: Il Diario del processo di incarceramento di Alessandro Malaspina (1794-1803). Casa editrice Navale. Madrid, 1992, p. 88.

(104) AMN. Manoscritto 2296. pag. 214-215.

(105) AMN. Manoscritto 1407. pag. 104

(106) AMN. Manoscritto 1407. Pag. 97, 105 e 108.

(107) AMN. Manoscritto 1827. Pag. 49.

(108) AMN. Manoscritto 2219. Pag. 74

(109) AGP. Files Personali. Scatola 140. Expte. 57.: D. Fernando Brambila.

(110) ARCHIVIO STORICO NAZIONALE (AHN). Clero. Fascicolo 7217/3.

(111) ARCHIVIO GENERALE DI MARINO "ALVARO DI BAZÁN" (AGM). Sezione Deposito Idrografico: Temi Particolari.

(112) AGP. Files Personali. Scatola 140. Expte. 57.: D. Fernando Brambila.

(113) AGP. Files Personali. Scatola 140. Expte. 57.: D. Fernando Brambila

(114) WILSON-BAREAU, Juliet: Goya. Il capriccio e l'invenzione. Catalogo dell'Esposizione celebrata nel Museo del Prato dal 19 di novembre da 1993 al 15 di febbraio di 1994, Ministero di Cultura. Madrid, 1993, p. 303

(115) AGP. Files Personali. Scatola 140. Expte. 57.: D. Fernando Brambila.

(116) AGP. Files Personali. Scatola 140. Expte. 57.: D. Fernando Brambila.

(117) AGP. Files Personali. Scatola 140. Expte. 57.: D. Fernando Brambila.

(118) AGP. Files Personali. Scatola 140. Expte. 57.: D. Fernando Brambila.

(119) ACCADEMIA DI BELLE ARTI SAN FERNANDO (ABA): Fascicolo 41

(120) BRAMBILA, Fernando: Trattato di principi elementari di prospettiva che pubblica la Reale Accademia di San Fernando per alcuni dei suoi discepoli. Ordinato per il Direttore di questa Arte e della Decorazione D... Madrid, Ibarra, stampatore di Cántara di S.M, 1817, 27 pp. + 11 lams. pleg.

(121) EZQUERRA Del Baio, Joaquín: La palazzina di La Moncloa passata e presente. Madrid, 1919, p.26

(122) ABA. Libro de Juntas Particulares dal 1814 al 1834. Riunione del Consiglio d’amministrazione del 27 di ottobre del 1817 e del 21 di gennaio del 1818.

(123)  ABA. Fascicolo 41

(124) AGP. Files Personali. Scatola 140/57.: D. Fernando Brambila.

(125) AGP. Files i Personali. Scatola 140/57.: D. Fernando Brambila

(126) AGP Files  Personali. Scatola 140/57.: D. Fernando Brambila.

(127) BRAMBILA, Fernando: Collezione di viste dei Posti Reali/litografati  per ordine del Re di Spagna il  Sig.. D. Fernando VII di Borbone nell Suo Reale Stabilimento di Madrid. Madrid, Stampa Reale, 1832.

(128) AGP. Testamentaria di Fernando VII. Volumi I e II. Raccolte diverse.

(129) AGP. File personali. Box 140/57.: D. Fernando Brambila.

 

 

 

 

 

[1] Come da certificato di battesimo nasce a Cassano d’Adda.

Pizzichettone (come indicato) è un paese sempre sul fiume Adda, ma in provincia di Cremona, che non c’entra nulla con il Brambilla e nemmeno con il paese di Fara Gera d’Adda, un paese vicino a Cassano d’Adda.

[2] Sullo stato d’anime del 1769 della Parrocchia di Cassano d’Adda, risultano invece i fratelli: Giuseppe – Ferdinando – Domenico - Costantino – Marianna.

 

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