NEGLI ANNI SCORSI

Negli anni scorsi, non avevamo l’acqua in casa,

né per lavarsi né per fare da mangiare.

Ora vi racconto cosa facevamo,

questa era la vita che noi vivevamo.

 

In un angolo della casa c’era un gancio con appeso un secchio,

e quando avevamo sete si beveva un mestolo o una tazzina.

Era bella fresca e ti toglieva la sete,

era sempre pronte, sempre pronta da bere.

 

La usavamo per far da mangiare,

per lavarsi la faccia e per pulire la casa.

La si prendeva dalla fontanella che era nel cortile,

era limpidissima, che era la fine del mondo.

 

Poi d’estate, quando il sole scottava,

si riempiva il mastello per fare il bucato.

Lo mettevamo al sole per tutto il giorno,

finché l’acqua si era scaldata.

 

Con la lisciva, la cenere ed un pezzo di sapone,

comperato dal droghiere che girava con il furgone,

si mettevano a mollo le lenzuola, pannolini e mutande,

e si giravano con un bastone finché diventavano bianchi.

 

Stavano nel mastello tutta la notte,

e poi li caricavamo sulla cariola e andavamo al fosso.

S’andava tutti alla roggia,

dove c’era il lavatoio dove sciacquare il bucato.

 

E quando il naviglio ed i fossi erano asciutti,

portavamo i panni con la cariola alla Muzza.

D’inverno, l’acqua era fredda e sulle mani ti venivano i geloni,

e dal male che ti facevano ti scendevano le lacrime.

Le lenzuola erano bianche e splendevano,

li stendevano al sole e asciugavano,

ma tante volte quando venivano ritirate,

c’era la sorpresa, che gli uccelli lasciavano.

 

Ora, tutti hanno l’acqua in casa,

hanno le lavatrici dove mettere i panni da lavare.

I lavatoi sono quasi tutti spariti,

non servivano più e li hanno demoliti.

 

Adesso l’acqua la usano senza pensare,

che è un bene prezioso non da sciupare.

Svegliatevi ragazzi non fate gli stupidi,

perché se manca l’acqua la vostra fine è sicura.

Renato, 1/03/2020