Il treno delle sette e mezza

(06/02/2020)

 

Tutti i giorni andavamo alla stazione di Cassano

per prendere il treno per andare a lavorare a Milano.

Ci alzavamo la mattina presto

senza guardare se laceva caldo o freddo.

 

Con la bicicletta tutta sgangherata,

attraversavamo tutta la contrada,

la gente usciva da casa di qui e di là

tutti con la voglia di andare a lavorare.

 

C'erano poi chi abitavano lontano,

arrivavano con il pulman con la borsa in mano,

eravamo tutti allegri, tutti contenti,

anche d'andare a lavorare non c'importava niente.

 

Poi arrivava il treno, mamma mia che casotto,

tutti che spingevano per prendere il posto.

Quelli fortunati che per prima andavano sù,

tenevano il posto per gli amici che stavano giù.

 

C'era chi dormiva, chi chiaccherava,

che leggeva il giornale, che spettegolava,

c'erano i fidanzati che parole d'amore si sussurravano,

e chi, i fidanzati o le fidanzate cercavano.

 

Arrivavamo a Lambrate e il treno si svuotava,

ognuno per la sua strada,

ognuno per la sua stazione,

ognuno con la sua storia, ognuno con la sua preoccupazione.

 

Sul treno delle sette e mezza la mia vita è cambiata,

ho trovato la fidanzata e l'ho anche sposata.

e dopo quarant'anni passati insieme,

saremo anche diventati vecchi, ma ci vogliamo ancora più bene.

 

Son passati tanti anni d'allora e sono andato in pensione,

e ogni tanto vado alla stazione.

Seduto su una panchina,

guardo il treno che passa via,

e su quel treno rivedo il mio passato,

e cerco di prendere un treno che non si è fermato.