LA LUNA

di Renato Siesa

08-07-2006

in occasione del 55° compleanno di mia moglie
 

Guarda che bella luna che c’è nel cielo stanotte,

se la guardi bene, ha una bocca, un naso e due occhi

E’ rotonda e grossa, più del normale,

ha una luce intensa, sembra un gran fanale.

 

Mentre cammino, lei è di qui e di là,

in un attimo non c’è più, eccola  in fondo là.

Vuole giocare con me, giocare a nascondino,

prima dietro una nuvola, poi in quell’angolino.

 

Sembra che mi guardi, sembra che mi dica,:

parla un po’ con me, sono la tua amica.

Cosa devo dirti, mia luna, che tu non sappia già,

è da quando che sono nato, che da lassù tu guardi qua.

 

Lascia che mi sfoghi, la mia luna mi dice,

i ragazzi d’una volta, mi guardavano con un sorriso.

Erano innamorati, la notte mi cercavano,

e sotto la mia luce, loro d’amore  parlavano.

 

Ora, tutto è cambiato, non si guardano più negli occhi,

ormai fanno l’amore senza aspettare la notte.

Lo fanno per la strada, anche in mezzo la gente,

non hanno più il rispetto, non gliene importa niente.

 

E io qui in cielo, dimmi cosa ci sto a fare,

mi conviene chiudere bottega, salutare e andare al mare.

Ma questo era quello che pensavo un attimo prima,

perché ora ho capito che c’è ancora chi mi è amico.

 

Eppure c’è qualche cosa… che non riesco a capire,

bella come stanotte, io non t’ho mai vista apparire.

Grossa come una palla, una luce come un lampione

con due occhi vispi, un gran sorriso sotto il nasone.

 

Allora avevo ragione, ho fatto bene a parlare,

perché stanotte ho capito che so ancora innamorare.

Ma proprio in quel momento una nuvola è passata,

e lei con un occhiolino e un sorriso, se ne è andata.