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I non più giovanissimi, ricorderanno una famosa canzone di Giovanni Danzi che parlava di Milano che diceva: Lasa pür c'al muunt al disa ma Milan l'è un grand Milan... ecc.
Bene anche i giovani di Cassano negli anni 60, scimiottando questa bellissima canzone la cantavano pressapoco così:
Sa sà che a parlà da Casàa sa fa menga fadiga, cunt tanti argument per i maa al discurs al scarliga: ciapèm per esèmpi 'l Castèl, che gran meraviglia. Ta par da visè i suldà a balà la quadriglia. Lasa pür c'al muunt al disa, ma Casàa l'é un grand Casàa, gh'è 'l ruscét e la cuntrada, al Sifula e 'l Ciapacaa, e la Müscia che belèsa, la va giò per i purton; in cuntrada ghè 'l Cica al Tavana e 'l Bersell, in ruscet al Scialor sergentell; a Parì gh'è la Sena, a Viena al danübi quel bloeu, ma a Casàa gh'è la Müscia e po peu.
https://www.facebook.com/100007419228951/videos/2453201161603834/ (Se hai facebook: accendi le casse e ascolta la musica suonata dall Banda Musicale di Cassano d'Adda)
Negli anni sessanta i cassanesi non erano gli abitanti di Cassano, ma erano le persone nate a Cassano, che vivevano a Cassano. Il campanilismo era molto sentito, le rivalità molto accese; c'era rivalità tra Cassano e Groppello e viceversa, tra Cassano e le Cascine San Pietro e viceversa, figuriamoci poi con i paesi limitrofi. Rivalità in tutte le cose che si facevano, ma soprattutto nelle ragazze. Si diceva allora una frase che ancora oggi si dice, ma che ormai sfortunatamente o fortunatamente, si pensa ma non si dice e, anche se si dice, non si pensa..... "Moglie e buoi dei paesi tuoi". Ora questa frase si dice a chi prende in moglie una ragazza straniera o al massimo una ragazza che non è della stessa regione; ma allora si diceva a chi andava a "beccare" fuori porta. Questo al giorno d'oggi viene interpretato come razzismo. Ma che razzismo d'Egitto, la parola razzismo non faceva parte dei nostri vocabolari, non si sapeva neppure il significato, non c'era odio, oddio, neppure amore..., ma era solo una rivalità nel senso stretto della parola. Cassano era dei Cassanesi, come Treviglio dei Trevigliesi e così via, e quando ci sia trovava all'osteria una bella bevuta in compagnia senza limiti ne confini.
Renato Siesa /2003
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