ritratto di Alessandro MANZONI nel 1831
(di Giuseppe Molteni, 1800 – 1867)
BIOGRAFIA
Alessandro Manzoni nacque a Milano il 7 marzo 1785 da un matrimonio piuttosto particolare: suo padre era un ricco possidente del lecchese, cattolico tradizionalista e conservatore; sua madre, Giulia Beccaria, era la figlia del celebre illuminista e professava, invece, idee rivoluzionarie ed era molto amante della vita mondana.
A causa della grande diversità tra Pietro e Giulia il matrimonio andò velocemente in crisi e, non appena Alessandro fu in età scolare, la madre lo condusse a Merate in Brianza in un collegio gestito dai padri Somaschi.
La madre, poco tempo dopo, nel 1792, partì per Parigi con l'amante, il conte Carlo Imbonati, anche lui di idee illuministe e rivoluzionarie. (Secondo alcuni biografi questo abbandono influì pesantemente sulla psiche di Manzoni tanto che soffrì spesso di crisi depressive e, in certi periodi della sua vita, usciva di casa solo se accompagnato). Alessandro studiò prima a Merate, poi a Lugano e infine a Milano, dove c’erano i padri Barnabiti, rivelando un temperamento ribelle, idee anticlericali e simpatizzando per i rivoluzionari che nel frattempo erano giunti al potere in Francia. Il Manzoni rimase in collegio fino all’età di sedici anni. Terminati gli studi, visse per qualche tempo a Milano nella casa del padre, ma all’età di vent’anni raggiunse la madre a Parigi e in quello stesso anno morì l’Imbonati. Nella capitale francese conobbe alcuni importanti esponenti del movimento romantico e aderì apertamente ai principi di quel movimento.
Poco più che ventenne, si innamorò di Enrichetta Blondel, figlia di un banchiere ginevrino, di religione cristiana calvinista, che ebbe un ruolo decisivo nel riavvicinamento del Manzoni alla fede e nella sua conversione al cattolicesimo.
Grazie alle cospicue eredità, avute dal padre e dall’Imbonati, Alessandro poté successivamente fissare la sua dimora a Milano e dedicarsi all’attività letteraria.
La sua casa era frequentata dai più importanti esponenti del Romanticismo milanese, che si contraddistingueva per le caratteristiche moderate e la continuità con alcune concezioni illuministiche.
Da Milano e dalle ville che possedeva nei dintorni lo scrittore non si mosse quasi più se non per alcuni brevi viaggi a Firenze, compiuti allo scopo di migliorare il linguaggio usato nei suoi I PROMESSI SPOSI a contatto con il fiorentino, dal quale era nata secoli prima la nostra lingua italiana.
Attorno ai cinquant’anni Manzoni fu colpito da lutti tremendi: proprio nel giorno di Natale del 1833 gli morì l’adorata moglie e, nei quattro anni successivi egli perse, uno dopo l’altro ben quattro figli. Si accentuavano, nel frattempo, i gravi disturbi nervosi che lo afflissero per tutta la vita e lo costrinsero a rimanere in casa.
Alcuni anni dopo queste tragedie il Manzoni conobbe Teresa Borri, vedova Stampa e decise di risposarsi.
Quando venne proclamata l’unità d’Italia lo scrittore, settantacinquenne e ormai famoso, fu nominato senatore del Regno e ricevette le visite di Garibaldi e di Cavour.
Morì a Milano, quasi novantenne, il 22 maggio del 1873.

«Giuseppe Garibaldi visita Alessandro Manzoni nella sua casa» Autore: De Albertis Sebastiano (1828 – 1897)
Dipinto ad olio su tela facente parte delle Civiche Raccolte Storiche
Museo di Milano