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Il medesimo Giovan Battista Castaldo supplicò che tramite nostro gli concedessimo lo stesso castello  e luogo di Cassano unitamente al suo territorio, giurisdizione, ville spettanti allo stesso castello e sotto quello innalzate, unitamente al semplice e complesso comando e a ogni genere di facoltà di aggressione e con altri diritti espressi nello stesso atto di vendita e acquisito dal Pagano e anche come essi appartenevano alla nostra Camera. Finché dal già nominato Pagano e non da altri per il feudo sono stati mantenuti.

Giudichiamo degno di concedere a lui in marchesato sia il feudo nobile, antico e che apporta onore a vantaggio suo e quello dei suoi discendenti, a qualunque nato e a quelli che in futuro potrebbero nascere dal corpo del già nominato Giovan Battista Castaldo in un matrimonio assai rinomato, importante e apprezzabile.

Gli altri redditi (le altre entrate) del sale o qualsiasi altra ricchezza si trova già presente nel borgo rimangano come separati, liberi e immuni da ogni soggezione feudale o statale dello stesso Castaldo e dei suoi eredi e successori, fatta salva tuttavia la possibilità di riscattare i tributi del sale che non provenivano dagli antichi redditi di Cassano.

In verità le altre cose che siano contenute nella designazione del vocabolo (Cassano) e che finora dall’antichità erano gli introiti che possedeva che possedeva il già nominato Battista, per sempre rimangano col già accennato castello di Cassano (e siano beni che rimangano in sua proprietà per sempre al castello e al luogo).

Così come, tuttavia, nella predetta riscossione non solo si paghi a quel Giovan Battista Pagano il prezzo per mezzo del quale è stato pagato, ma anche i mille scudi che a quello con cortesia (cortesemente) abbiamo donato.

Considerando che il già nominato cavaliere Giovan Batista Castaldo aveva profuso sempre il suo valoroso apporto già da molti anni in spedizioni militari, dapprima in Italia, subito dopo in Pannonia, successivamente per tre volte in Gallia (Francia) e infine per due volte in Germania; nei quali luoghi lo stesso Castaldo ora comandante di soldati corazzati a piedi, ora generale delle nostre truppe, mai riposandosi da qualsiasi fatica o pericolo compì imprese assai famose, si rese peraltro protagonista di azioni cruente e delittuose, tipiche della disciplina militare. Abbiamo peraltro dimenticato la sua singolare perizia nel notare gli accampamenti da scegliere, nell’ingannare i nemici , nel cingere d’assedio le città. Inoltre si fanno avanti insigni doti d’anima e di corpo, la moderazione, la correttezza del comportamento, la fede[1], l’ardente amore col quale [2] sempre trattò noi (segue pagina)



[1] Fedeltà. Fede si riferisce a una caratteristica eminentemente personale, ma tenuta in buon conto. La fedeltà sottintende quella caratteristica dell’uomo che lo porta a mantenersi fedele a chi lo comanda. Virtù rara, apprezzata pure questa. Ma con ogni probabilità nel documento si fa cenno alla fede.

[2] Ablativo di mezzo. ( Per mezzo del quale ).

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