di Angelo Cernuschi, Martina Sacchi, Cristina Bianchi
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Quindi il castello doveva essere già confortevole, ben tenuto e dotato di quei servizi, dipendenze e difese che le usanze del tempo richiedono per ospitare un Re d’Italia. Nel 1040 Ariberto con un diploma (Actum in castro Cassano feliciter..) fa donazione di 2 sue corti: una alla Badia di S. Salvatore sul monte Tolla nel Piacentino, l’altra all’abate Albizzone di Milano. Nel 1045 Ariberto [1] lascia Cassano al monastero di S. Dionigi in Milano. Nel 1172 il dominio
di Cassano passa al monastero di S. Ambrogio di Milano. Quindi dall’877 al 1172 Cassano è di proprietà dell’arcivescovo di Milano. I Torriani ed i Visconti si contendono il potere su Milano e vogliono il potere assoluto ponendo le basi per la signoria.. Dopo il 1259 e la vittoria su Ezzelino, i Torriani sono al potere. Ma nel 1262 Ottone Visconti viene eletto arcivescovo di Milano. Visconti e Torriani si battono a Cassano e vince Ottone. E’ in questa occasione che Ottone decide di rafforzare il castello cosa che farà nel 1294 accrescendolo di 3 lati (come da fotografie riportate qui sotto) realizzando il Ricetto ed un ponte tutto di un arco sopra l’Adda che è opera da vedere (dice il Morigga in “Novità di Milano” a pag 525). Tutto questo per mezzo di Fra Benedusio converso dell’Abbazia Cistercense di Chiaravalle.
Seguono tempi confusi in cui si alternano i Torriani ai Visconti fino a che l’ultimo dei Torriani, Castone, ritiratosi nel castello di Cassano, nel 1310 circa viene vinto da Mulo da Groppello, capitano del popolo, che conquista anche il castello e lo dà a Matteo Visconti. Finisce il dominio dei Torriani ed inizia quello dei Visconti; ma si conclude anche dopo 5 secoli ininterrotti il dominio degli arcivescovi di Milano su Cassano. Dopo Matteo è signore il figlio Galeazzo, signore anche del nostro castello. Sotto il terzo arco del portico verso l’Adda, scritto in caratteri teutonici, corroso dal tempo e dall’incuria si trova scritto:” D. Galeatius turbarum dux.” Il castello fa anche da abitazione al duca che lo ripara dai danni di guerra e ne affresca i muri. L’Adda è fonte di ricchezza a causa di dazi, pedaggi e telonei (ogni mercanzia che passa “ in susum” o “in sosum” (rame, mele, pere, castagne, formaggio, sale, olio, pesci secchi, mole, vino, vasi di pietra da cucina o altro), tutto paga il teloneo. Sola esenzione la lana da filare e da fare panni. Nel 1329 succede a Galeazzo il figlio Azzone che inizia il rinnovamento a Milano. Azzone
non dimora nel castello di Cassano; mentre vi dimora lo zio Giovanni che
diverrà signore di Milano nel 1349, dopo il fratello Lucchino.
Egli vi dimora a più riprese dal 1331 al 1351 (vi sono documenti del
46 e del 51) e secondo l’Auletta potrebbe essere fondata
l’ipotesi che abbia voluto
abbellire il castello adattandolo al suo prestigio e rinnovando la
cappella gentilizia con un nuovo linguaggio pittorico che esaltasse
il cromatismo ed i tratti decorativi del periodo. Tutto questo è stato riportato
alla luce durante i lavori di restauro e sono un bel documento della
pittura viscontea lombarda del 1300. Regina della Scala probabilmente fa arricchire gli affreschi del castello dal simbolo della sua casata e anche fa costruire il campanile e la chiesa parrocchiale di Cassano nel 1381.
Bernabò con un tranello viene
fatto prigioniero dal nipote e genero GianGaleazzo che lo imprigiona a
Trezzo dove nuore nel 1385
(“fugli dato il tosico in una scodella di fagioli” dice Bernardino
Corio). Alla fine di un’epoca convulsa per continue lotte nel 1412 diventa duca Filippo Maria Visconti figlio di GianGaleazzo. Durante il suo ducato Martino V appena fatto papa al Concilio di Costanza passa la notte del 18 ottobre nel castello di Cassano. Segno che il castello è una buona dimora anche per un papa.
1447 – Filippo Maria
Visconti muore senza eredi. Ma già
nel 1437 con il castello era caduto in mano dei veneziani che lo
attaccano con bombarde.
[1]Ariberto
da Intimiano
(Capiago Intimiano, 970 – Milano, 16 gennaio 1045) è stato un
arcivescovo cattolico italiano. Nasce nel 970 a Intimiano dal nobile
feudatario Gariardo. Nel 1018 viene consacrato arcivescovo di Milano
con il consenso del ceto dei Capitani e quello dell'imperatore
Enrico II, mentre nel 1026, a Milano, incorona re d'Italia Corrado
II. Nel 1035 ebbero inizio le lotte con Corrado II: L'anno seguente
Ariberto non volle piegarsi alla giustizia di Corrado II e alle
rivendicazioni dei feudatari minori e per questo fu rinchiuso in una
fortezza nei pressi di Piacenza. Di lì a poco riuscì a fuggire e
si rifugiò a Milano, dove armò la popolazione e fortificò le mura
della città. Ariberto fu cinto d'assedio in Milano. In
quest'occasione fece la sua prima comparsa il Carroccio, divenuto
poi simbolo della libertà comunale. Gravemente malato, Ariberto
chiese di essere trasportato a Milano, dove morì il 16 gennaio
1045. La sua tomba si trova nel duomo di Milano. |