di Angelo Cernuschi, Martina Sacchi, Cristina Bianchi 

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OPERE VENETE DI FORTIFICAZIONE AL CASTELLO 

 

Nel punto detto "Buso d'Adda", ai piedi della torre, verso il fiume, costruiscono un fortino di cui restano ancora parte delle mura diroccate. Rafforzano i terrapieni e le mura coronandole di merli, che arrivano fino all'attuale strada provinciale, seguendo la linea ora tenuta dalle case Pelanda - Fumagalli - Collegio. Una muraglia proseguiva fino al portone. Quindi, una duplice linea difensiva.

Batterie di cannone, balestriere, torri erano disposte nei punti più adatti. Ma i veneziani fecero ancora di più: di fronte alla torre buttarono un ponte, su piloni di legno, attraverso la Muzza e l'Adda, per collegare i diversi fortini, che dalla bocca del Retorto costituivano le prime fortificazioni e la difesa del castello. Serviva inoltre a predisporre una via più spedita per l'evacuazione delle truppe e del materiale del castello quando esso era in pericolo.

La distruzione del ponte impediva al nemico l'inseguimento, ed assicurava una eventuale fuga.

 

ARCHITETTO DUCALE

 

Si proclama la Repubblica fino al 1450 quando Francesco Sforza diventa duca.

Sotto lo Sforza nel 1457 si costruisce il Naviglio Martesana sotto la direzione di Bertola da Novate.

 

Cassano d'Adda, il Naviglio della Martesana - foto R. Siesa

 

 

La Rocca era stata conquistata la notte del 16 agosto 1408 dalle genti di Estone Visconti per la scala naturale delle rocce che, pur dirupanti sull'Adda, permettevano di arrampicarsi e salire.

Cassano è in posizione strategica di primo piano. In sé accentra tutta la difesa del piano lombardo. Può vigilare sulla frode della biade che tentino di passare nel Veneto; deve difendere l'imbocco della Muzza, perché le acque scendano a tutto il lodigiano; può essere la difesa di questi piani fecondi di messi, sempre sotto la minaccia di razzie venete. Soprattutto, in tempo di guerra, è luogo particolarmente strategico. Se si passa l'Adda, la via per Milano è breve e aperta.

Nell'ottobre 1450 una lettera ducale al Gadio chiede che si mandino fanti al castello di Cassano essendo, dei dieci prigionieri, otto fuggiti. Ciò è avvenuto perché il castello non si tiene più in piedi.

Il Duca intende mettere al più presto lo stato in condizioni di resistere a qualsiasi attacco. Bartolomeo Gadio, fonditore di bombarde e soprastante al carreggio verrà nominato nel 1452 commissario per le fortezze del ducato, nel 1454 commissario per il castello di Milano, e nel 1458 commissario per tutti gli edifici.

Il Gadio, per meglio dirigerli nel marzo 1451 aveva condotto la famiglia da Cremona a Cassano, sistemandosi con essa nel castello.

Ricordandosi dell’episodio di Estone Visconti, il Gadio aveva ideato un doppio muro munito di contrafforti interni a scarpata, e sotto, per difesa delle acque impetuose ed a riparo delle piene, costruire una palizzata. La struttura è ridotta alla essenziale funzionalità della massa muraria e dello spazio.

 

 

Stampa su pergamena di Gaspare Parpignano

Gaspare Parpignano disegna una interessante stampa raffigurante Cassano d'Adda in una panoramica sull'Adda con i contrafforti del castello del Gadio, i monumenti storici, datandola 1522 con lo stemma del marchese Castaldo

 

Il Puerari (Provincia 19/4/1964), afferma: "Basterebbero gli slanciati contrafforti di trentacinque metri che salgono dalla scarpa della Rocca di Cassano d'Adda a rivelare un suo concepimento grandioso: lo stesso che torna, con altra esperienza, negli imponenti pilastri angolari dell'abside poligonale nella chiesa di S. Sigismondo".

 Ad opera completa possiamo affermare che, sui tre lati costruiti da Ottone Visconti nel 1294 la magnificenza di Francesco Sforza fece erigere grandiosi porticati al piano terreno e superiore ed una magnifica scala. Dobbiamo ancora notare che la sopraelevazione anticamente era a porticato ed a colonne, come appare nell'affresco del 1600 visibile nella chiesa di S. Dionigi.

 

 

Il Mircolo di S. Dionigi - affresco di Giovanni Battista Della Rovere detto il Fiamminghino della Chiesa di S. Dionigi  di Cassano d'Adda - sullo sfondo il Castello

 

Partendo dall'attuale linea del tetto, la torre non risulta proporzionata nell'altezza col resto dell'edificio antico; se si togliesse il sopralzo si verrebbe a ritrovare la torre snella e proporzionata anziché bassa e tozza.

L'edificio per tre quarti è visconteo e cioè nei tre lati verso terra. Lì c'è il gusto ed il carattere del castello di Pandino.

L'attività sforzesca forse non rifece le parti esterne. Vi aperse eleganti finestre, donando alla Rocca il gusto della dimora campestre.

Verso terra la difesa, più che nelle mura era nel fossato; ampio e profondo, scendeva da una più alta derivazione dell' Adda, passava verso il paese, si biforcava nel fossato che fasciava la rocca e cadeva nell'Adda. La Rocca era così per tre lati difesa dall'acqua corrente nel fossato e sul quarto direttamente dal corso dell' Adda. Dove il genio dell'architetto Gadio inventò un altro processo difensivo fu là, dove la Rocca aveva la sua funzione autentica; ossia sul confine veneto, come salda fronte del ducato.

 

Con la battaglia di Agnadello del 1509 Venezia viene ricacciata per sempre ed a Milano arrivano i francesi.

Ancora lotte dopo il 1509 (Luigi XII, Francecso I, i Lanzichenecchi, Massimiliano Sforza , Carlo V, Francesco II Sforza) fino a che nel 1525 con la pace di Cateau Cambresis si arriva alla supremazia spagnola in Italia.

 

La Lombardia diventa definitivamente provincia spagnola e con la morte di Francesco II Sforza, regneranno, d'ora in poi, governatori spagnoli sul ducato.

Il castello di Cassano, sempre considerato terra di confine, era stato teatro di scontri ed il territorio circostante preda di saccheggi; in questo periodo cambia l'architettura del castello: vengono abbassati i torrioni, antichi castelli e rocche vengono trasformati in ville e luoghi di villeggiatura sontuosi dal momento che non è più compito delle istituzioni locali difendere i propri abitanti ma è lo stato straniero che deve occuparsene.

Il periodo di egemonia spagnola si conclude con il trattato di Utrecht nel 1713 e la seguente pace di Rastatt grazie alle quali il Ducato di Milano passa agli austriaci fino al 1859.

Con l'unità d'Italia e la fine del passaggio di monarchie straniere sul territorio, il castello di Cassano, che dal 1860 è possesso della famiglia Borromeo, viene sfruttato in diversi modi: nel 1882 viene sistemata l'ala settentrionale per le abitazioni dei contadini, la torre del castello ospita l'acquedotto, viene istituita una filanda nei locali del castello a cui si aggiunge, nel 1910, la caserma del distaccamento dei pontieri al cui posto, nel 1915, entra la pretura e successivamente, al posto della filanda, viene aperta la Casa del Fascio. Con la Prima Guerra Mondiale, i locali del castello saranno adibiti a convalescenziario militare. Questo è stato possibile proprio perché la famiglia Borromeo cedeva i propri spazi al comune gratuitamente.

Dal 1948 ad oggi, il castello è proprietà dei signori Laboni; negli anni sessanta il castello ha ospitato famiglie di terremotati dal Belice e costituiva uno spazio ampio per le abitazioni dei più disagiati, vi era una balera ed un officina meccanica. L'edificio è stato completamente liberato solo alla fine degli anni ottanta e dal 1999 sono iniziati i lavori di ristrutturazione dello stesso.

 

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