i morti del Revellino

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                                                                    La cappella del Revellino                                                           in  una cartolina di inizio Novecento

 

il Duca Vittorio Amedeo II cambiò bandiera, dietro le continue pressioni del cugino Eugenio, dopo la battaglia di Chiari nella quale i Francesi furono sbaragliati con enormi perdite.

Avuto la soffiata da una spia di quanto Vittorio Amedeo stava tramando con l'imperatore, il Re di Francia fece prigionieri di guerra i Savoiardi disarmati a S. Benedetto Po, dove erano accampati, il 29 settembre. Trasferiti nei Castelli di Brivio, di Trezzo e di Cassano d'Adda furono lasciati morire di fame nei sotterranei.

Sono sepolti nel piccolo campo sotto il Revellino, ove nel 1705 fu eretta la Cappelletta.

 

Cappella del Revellino oggi (2022)

Ossario con iscrizione:

LE OSSA

DEI GIOVANI SAVOIARDI PRIGIONIERI DI GUERRA

MORTI D'INEDIA IN QUESTO CASTELLO L'ANNO 1704

RACCOLTE IN QUESTA URNA IL 16 GIUGNO 1915

Io valsi, valgo e varrò.

Fermati viandante

qui giace il nobilissimo e illustrissimo signore

il marchese Giovanni Carlo De Vaudrey

Cavaliere dell'Ordine di San Luigi

Vice Prefetto degli eserciti di Luigi il Grande

nonchè Ispettore Generale

delle armate di fanteria

vero eroe di Sequania (Borgogna)

il quale un tempo nell'assedio della città di Cuneo

trafitto da innumerevoli ferite

come redivivo dopo la morte

rifulse di maggior splendore

e infine presso Cassano

colpito da ferita letale

morì il giorno 18 di Agosto 1705

e vincitore salì in cielo.

Passa, prega, e piangi

 

(traduzione di Luigi Cernuschi)

Blasonatura dello stemma della famiglia De Vaudrey

 

"Troncato; di rosso nel primo e d'argento nel secondo; dentato di due.

Timbrato da una corona di marchese.

Accollato del collare  del Reale Ordine di San Luigi. 

Sostenuto da due levrieri"

 

Riferimenti storici:  Sequania
                            Reale Ordine di San Luigi
                                         Jean Charles Marchese De Vaudrey

interno della Cappella (fotografie di Luigi Cernuschi e Renato Siesa)

Dice il Milani:

«Si rese molto compassionevole quest'anno ai Cassanesi per la morte numerosa dei poveri soldati piemontesi prigionieri in questo castello. Erano questi disgraziati incorporati nell'armata   dei Francesi comandati però dai rispettivi comandanti nazionali, nel tempo che nell'accennata aspra guerra, era il Duca Vittorio Amedeo II collegato coi Francesi ed impegnato ad impedire  ai tedeschi comandati dal Principe Eugenio l'entrata in Italia, e nello stato di Milano. Passate però le Alpi dai tedeschi, ed ascoltate le preposizioni fatte da Eugenio e dagli alleati, si dipartì dall'alleanza con i francesi; Luigi XIV appena avuto sentore di tale menaggio comandò al Vandòme di fare prigionieri di guerra i soldati del Duca. Consistevano essi in 3.000. fanti e 2.500 cavalli. Di questi ve n'erano pure in Cassano, e furono rinchiusi nei sotterranei di questo Castello ove, oppressi dall'inedia, tutti morirono».

 

Ecco l'iscrizione che riguarda quel lontano evento.

 

"Anno 1704 Die 19 Decembris 

Hoc loco rite benedicto

 fiumata fuere corpora 

militum Sabaudorum 

qui bellica captivitate et gravi 

morbo oppressi 

in hoc castro Cassano sumptis 

ecclesiasticis sacramentis perierunt 

Siste viator 

vide miserere 

et quorum tumulum visita 

prò eisdem Deum precare" [1]

 

Alla antica iscrizione del Revellino fu sostituita la seguente:

"Alla memoria dei soldati savoiardi che prigionieri di guerra in questo castello morirono di peste l'anno 1704 la pietà dei Cassanesi quest'ara edificava pregando requie". 

Nel 1904 l'iscrizione fu nuovamente corretta in occasione della ricostruzione della cappella e delle celebrazioni centenarie:

Ogni anno, l'ultima domenica di settembre, i Cassanesi si riuniscono a pregare e a commemorare questi soldati.

[1] 19 dicembre 1704. In questo luogo benedetto secondo il rito religioso, furono sepolti i corpi dei soldati Sabaudi che, colpiti dalla prigionia di guerra e da grave malattia, morirono in questo Castello di Cassano dopo aver ricevuto i sacramenti religiosi. Fermati viandante, abbi misericordia, visita la tomba e prega Dio per loro.

 

  Da un borgo e la sua gente Vol. III - Storia di Cassano d'Adda - Carlo Valli

 

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