Il tradimento di Vittorio Amedeo II

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Contro gli imperiali, come generalissimo dei Franco-Spagnoli, vi era Vittorio Amedeo II di Savoia. Era cugino di Eugenio, generalissimo degli imperiali. ed era imparentato con Filippo V re di Spagna. 

Ma i Francesi, diffidenti e sospettosi, sorvegliarono tutte le mosse del principe Amedeo e ne intralciarono ogni libertà di azione. Gli misero ai fianchi, uno dopo l'altro, i marescialli Catinat, Villeroy (preso prigioniero da Eugenio a Cremona) e il duca Vendome, per sorvegliare ogni e impedire ogni iniziativa. 

Fino al 1690 il Piemonte si trovò sotto un larvato protettorato della Francia. Vittorio Amedeo II riprese l'audace politica di Carlo Emanuele I. La partecipazione alla grande Lega d'Augusta contro la Francia e l'abbandono dell'alleanza con la Francia nella guerra di successione, furono atti di vera audacia politica. 

Amedeo, appena scaduto il termine dell'alleanza, passò agli imperiali

Le trattative segrete furono però come citato, scoperte e riferite al re di Francia dalla contessa di Verruà. 

Vendome, per rappresaglia di guerra, disarmò l'esercito savoiardo di Vittorio Amedeo al campo di S. Benedetto. Era il 29 settembre 1703. 

In questo clima di guerra, nel 1703 morirono nel nostro borgo soldati spagnoli: uno il 16 gennaio e un altro il 6 luglio. Il 20 giugno fu condannata a morire una persona "causa delicti a ducibus"[1].

Cera molto movimento e passaggio di soldati. Furono incarcerati nel castello soldati traditori nell'alleanza tra Savoia e Austria, fatti prigionieri a S. Benedetto Po e lasciati morire di fame. Sono i morti del Revellino. . 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Stampa d'epoca raffigurante Vittorio Amedeo II

 

 

 

                      [1] Per colpa del crimine commesso dai comandanti.

 

  Da un borgo e la sua gente Vol. III - Storia di Cassano d'Adda - Carlo Valli

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