il nostro cimitero

Non c’è cassanese autentico che non conosca l’espressione “indà in via Mazzini”. Si tratta del nostro cimitero.
Nei tempi andati, anche quelli più remoti, la cura dei morti con la loro sepoltura fu sempre premura delle singole famiglie e di private associazioni.
Anche nell’antica Roma le catacombe non erano che cimiteri nel sottosuolo nella periferia cittadina, costruiti dai fossori per conto di privati che si associavano. Dalla pubblica autorità furono sempre considerati sacri, al punto da godere del diritto di asilo e di inviolabilità.Tornata la pace religiosa con l’editto di Milano del secolo IV, con la costruzione delle prime chiese si cominciò a seppellire attorno alle stesse basiliche (il sacrato) in un’area recintata o anche dentro le stesse chiese in archi di muratura sotto il pavimento. Quest’ultima possibilità era un privilegio per il clero e per quei laici benemeriti ai quali il vescovo concedeva l’autorizzazione, e per le Confraternite.
Per trovare l’intervento dei pubblici poteri bisogna giungere alle leggi illuministe della fine del Settecento con Maria Teresa e Giuseppe II e degli inizi dell’Ottocento con Napoleone, che ordinarono la costruzione dei civili cimiteri fuori dall’abitato, suscitando un vespaio di malcontento tra il popolo specie nelle campagne. Ma le “leggi son e…restano", anche se passano i legislatori.
A Cassano erano diversi i luoghi di sepoltura: il cimitero parrocchiale fasciava la prepositurale, come l’Alto Adige, dove non sono arrivate le leggi napoleoniche. Anche la chiesa era un luogo di sepoltura: sotto il pavimento ci sono i sepolcri dei sacerdoti, dei bambini, del Confratelli e Consorelle del SS. Sacramento e del Rosario, della famiglia Cornea, della famiglia Piantanida. Pure la chiesa di S. Dionigi aveva il sepolcreto dei Confratelli della SS. Trinità e della famiglia Milani.
Nel 1777 il prevosto don Francesco Carcano fu sepolto in S. Dionigi. Ma fu l’ultimo sacerdote sepolto in chiesa. Infatti, il successore don Carlo Guaitani morto nel 1787 viene sepolto nel cimitero nuovo. Si ricavò una cappella sul fianco della chiesa di S. Ambrogio (attuale Cappella d’Adda) e qui trovarono sepoltura anche don Luigi Valentini, don Giovanni Zamboni e don Cesare Capredoni. In occasione della costruzione della cappella per i sacerdoti al centro del cimitero, questa fu ceduta alla famiglia D’Adda.
Il Lazzaretto (chiesa di S. Ambrogio) è sempre stato il luogo di sepoltura dei morti di pestilenze.
Si trovarono ossa umane anche presso la chiesa di S. Bernardino (chiesa che troviamo già nel 1470 nella relazione pastorale di Mons. Giovanni Stefano Bottigella) che si trovava nella zona dove attualmente c’è la centrale termoelettrica di Cassano; lì, infatti, è stata demolita la cascina S. Bernardino per lasciare posto appunto alla centrale.
La legislazione per la sepoltura fuori le chiese e lontano dagli abitati è del 1768, ripetuto successivamente fino al decreto napoleonico decisivo per tutti del 5 settembre 1806.
A Cassano l’imposizione legislativa trova accoglienza perché si sta decidendo la costruzione della nuova chiesa. È scelto come luogo cimiteriale la zona presso l’oratorio di S. Ambrogio a preferenza di quello di S. Dionigi “per far cosa piacevole a certa persona distinta cui dispiaceva la vicinanza a l’orrore del lugubre oggetto” (Milani).
Il cimitero venne inaugurato nell’anno 1775. Si trasportarono tutte le ossa di tutte le tombe della chiesa prepositurale nel nuovo recinto benedetto dal Prevosto don Carcano il giorno dei Santi: primo novembre.
I cortei funebri si scioglievano alla porta della chiesa e privatamente la bara era portata alla sepoltura. Il primo parrocchiano sepolto nel nuovo cimitero è stato Giacomo Forcella il 14 luglio 1776 (registro 6 dei morti pag. 140).

Certificato di Morte di Giacomo Forcella
Archivio Parrocchiale – Libro dei Morti anno 1759-1787 pag. 140
14 luglio 1776
La nuova legge fu accolta con costernazione dai cittadini tutti: il pianto per la perdita dei familiari si aggravava al pensiero che il proprio caro, anziché in luogo sacro quale la chiesa dove sembrava di rimanere ancora in famiglia vivente tra i viventi e accanto al Signore, dovesse essere sepolto in campo aperto alle intemperie, lontano dal borgo, e addirittura in mezzo alla campagna, rifiutato ed escluso.
Di pensiero opposto erano invece gli igienisti e gli atei. Lo stesso Foscolo nel poemetto “I Sepolcri” magnificamente ricorda le polemiche del suo tempo.
Nei suoi primi tempi il cimitero doveva essere ben squallido: non era altro che un campo aperto, senza alberi e cappelle; una semplice recinzione descriveva l’area di sepoltura e delle croci sulle fosse dichiaravano il tumulo dei morti.
Fu soltanto alla fine dell’Ottocento ed inizi del Novecento che si provvide a progetti per la costruzione della cappella centrale dei sacerdoti e delle altre a stile obbligato, su progetto dell’ingegner Arnaboldi. In quella occasione si provvide discutibilmente ad apportare alla facciata dell’oratorio di S. Ambrogio tutto l’attuale porticato (costruito nel 1904).
Cappella dei Sacerdoti nel cimitero di Cassano d’Adda (fotografia Renato Siesa)
Le cappelle susseguirono di anno in anno. Quella dei sacerdoti è di proprietà e dovere straordinario e ordinaria manutenzione all’amministrazione comunale, ma di esclusivo uso della parrocchia per la sepoltura dei preti in cura d’anime a Cassano. E questo per una permuta di terreno fra fabbriceria e comune.
Costruita nel 1911 fu benedetta dal prevosto Pezzali il 9 novembre. Si era giunti ad una convenzione tradotta in pubblico strumento a rogito del notaio Colombo, registrata il 24 agosto 1909.
Lapidi all’interno della Cappella dei Sacerdoti (fotografia di Renato Siesa)
In questa cappella hanno sepoltura: lato sinistro della Cappella dei Sacerdoti, partendo dall’alto le tombe di: Don Sante Braggié - Don Dino Penzani - Don Umberto Colombo - Mons. Carlo Abbiati - Mons. Agostino Desirelli - Arc. Don Giuseppe Varisco - Don Luigi Villa.
Lato destro partendo dall’alto: Mons. Timoteo Telò – Mons. Pietro Pezzali – Sac. Ernesto Sansoni – Mons. Aristide Favalli – Mons. Carlo Valli – Superti Angela e don Aristide Favalli (nonna e zio di Mons. Favalli) - Don Angelo Castellazzi. Dietro l’altare: Don Alessandro Luigi Fagnani. Nella cappella sono sepolti anche: i Vicari Zemiti, Manfredini, Pastorelli, Facchi.
Di particolare interesse è la cappella della nobile famiglia Brambilla e quella della famiglia Prandoni. La cappella Laboni è dotata di un mosaico su disegno del Longaretti di cui l’originale su tela è stato offerto alla Chiesa di Cristo Risorto.
L’area cimiteriale è stata ampliati negli anni 1861, 1901, 1964. Anche i colombari sono stati realizzati in date diverse: 1964, 1974, 1984 e negli anni 2000.
Sfortunatamente non sono più reperibili le lapidi più antiche collocate sulle tombe: sarebbero state testimonianza di cultura e di storia interessante.
Nelle cappelle gentilizie ci si potrebbe orientare allo studio delle iscrizioni: si possono infatti trovare personaggi che hanno fatto la storia religiosa, civica amministrativa culturale di Cassano.
Chi entra nel chiostro antistante la chiesa di S. Ambrogio vede un foppone (Foppa significa proprio cimitero) sigillato da una pietra: chiude un vasto pozzo profondo e pieno di ossa umane accumulate per esumazione dopo un determinato periodo dalla sepoltura. Se pensassimo a quello che saremo! Si faceva così anche quando si seppelliva nelle chiese.
Don Carlo Valli nei quaderni del Portavoce scrive di aver trovato nel 1964 durante il rifacimento del pavimento della chiesa il corpo del prevosto don Carcano ancora con parrucca e vesti sacerdotali e nella chiesa di S. Antonio la sepoltura di 24 frati francescani senza cassa allineati fraternamente l’uno accanto all’altro, e poco distante i resti di un generale della battaglia di Cassano del 1705.
Presso la chiesa di S. Ambrogio c’è un ossario con allineati e accatastati teschi e resti umani. Si crede comunemente che siano ossa dei nostri antenati: tuttavia la maggior parte sono dei morti di guerra sepolti nel sagrato di S. Dionigi; le “memorie” di monsignor Gaetano Bazzi notano che nel 1774 scavando il sagrato di S. Dionigi ad una certa profondità si trovano molte ossa umane che furono trasportate al cimitero e, che al presente si possono trovare accatastate nell’Ossario posto a sinistra di chi entra in S. Ambrogio. Sono quindi in gran parte i resti dei morti della famosa battaglia di Cassano del 16 agosto 1705.
La devozione dei cassanesi non dimentica certo questi morti e i morti del Revellino e della Pandina.
Qui è sepolto il Generale Giuseppe Perrucchetti, senatore del regno e fondatore degli alpini (1839-1916) con la famiglia:
· genitori: Giuseppe Perrucchetti architetto (1779-1847) che dirige l’impianto dell’ospedale di Cassano); Maria Manzoni Perrucchetti (1800-1877);
· fratelli: Carlo Perrucchetti volontario-capitano con Garibaldi (1826-1862); Emanuele Perrucchetti tenente con Garibaldi e volontario nelle guerre di indipendenza e di Crimea (1832-1903).
È sepolto il generale Emilio De Bono (19/03/1866-21/1/1944).
Per iniziativa dei giovani del Circolo “Religione e Patria”, è sorto il Monumento ai caduti tra i primi in Italia nell’immediato dopoguerra.
Nel giorno dell’inaugurazione è affidato a De Bono al cuore dei cassanesi, dato che l’amministrazione comunale di allora si è rifiutata di prenderlo in consegna.
Tomba del Generale Giuseppe Perrucchetti fondatore degli Alpini e della famiglia