L'Oratorio di S. Antonio di Groppello d'Adda
(dalla relazione sulla Conservazione e Restauro dell’Oratorio di S. Antonio a Groppello di Marco Cagna)
L’oratorio di S. Antonio si trova nella frazione di Groppello d’Adda (provincia e diocesi di Milano), su un’area di proprietà della parrocchia di S. Bortolomeo di Groppello d’Adda.
L’edificio è raggiungibile dalla omonima via S. Antonio. La piccola chiesa, con orientamento NNOSSE, ha la facciata orientata a NNO. L’edificio fu costruito sui terreni della Reverenda Mensa Arcivescovile di Milano in Groppello nei primo decenni del XVIII secolo, probabilmente per volontà del Cardinal Cesare Monti.Attualmente il fronte sud confina con la strada pubblica mentre i restanti fronti affacciano su terreno di proprietà della parrocchia. Un vialetto pedonale conduce ai giardini della villa Arcivescovile distante poche centinaia di metri.
L’edificio è composto da due vani, il principale costituisce la chiesa mentre il vano minore, addossato sul fronte ovest, viene utilizzato come sacrestia a servizio della chiesa. L’accesso alla sacrestia è possibile solo dalla piccola porta interna presente nel presbiterio dell’oratorio.
L’unico accesso alla chiesa è dal portale della facciata principale.
La struttura appare subito ben equilibrata e armonica nelle forme e nelle proporzioni, percezione confermata da alcuni riscontri colti osservando il rilievo geometrico dell’oratorio. Analizzando la pianta e le sezioni, ed eseguendo alcune rapide misurazioni, appare subito evidente il rigore geometrico seguito dal progettista nel realizzare l’edificio.
Tutta la costruzione è impostata su un quadrato avente il lato di circa 8 metri (numero che, sia in campo religioso sia in ambito matematico ed esoterico, ha un significato non trascurabile). La pianta dell’oratorio (includendo la sacrestia) ha base quadrata il cui lato misura esattamente come la quota massima della facciata e del colmo. La misura mediana di tale quota definisce la quota del cornicione marcapiano interno e la linea di gronda della sacrestia.
Facciata principale dell'Oratorio
Facciata principale
La facciata appare intonacata ma priva di tinteggiatura. Gli intonaci sono stati realizzati nel 1974-75 mentre tutto il paramento lapideo in ceppo dell’Adda è originale. La facciata è caratterizzata da un timpano sorretto da due coppie di lesene laterali e da un portale centrale, anch’esso completato da un timpano.
Centralmente, schiacciata tra la sommità del timpano del portale e la base del timpano di facciata, troviamo l’unica finestra in facciata, quadrata e incorniciata da elementi lineari in ceppo.
La coppia di lesene laterali sono in muratura intonacata ma poggiano su basamenti in ceppo e si completano con semplici capitelli realizzati con il medesimo materiale litoide. Le due lesene esterne sono ad angolo.
Il materiale lapideo utilizzato, il ceppo dell’Adda, storicamente cavato nella valle dell’Adda in particolare nelle cave non distanti da Trezzo d’Adda, ha una tessitura mista, si può pensare ad un ceppo gentile di mediocre qualità in quanto mostra ampie zone ricche di clasti piuttosto grandi.
I fronti laterali dell’oratorio non hanno particolari elementi decorativi; una semplice cornice sottogronda perimetra le facciate.
Le murature sono realizzate in mattoni, tuttavia è interessante far notare come tutte le murature perimetrali dell’oratorio poggino su una zoccolatura in ceppo gentile di spessore maggiore della muratura; una sorta di fondamenta fuori terra di circa trenta centimetri oltre il piano di calpestio interno. Questo dettaglio costruttivo ha limitato situazioni di risalita capillare dell’umidità.
L’aula interna, unica, è segnata da lesene in leggero aggetto terminanti con capitelli dorici che dividono le pareti in tre campi per lato. La volta risulta anch’essa tripartita da archi corrispondenti alle lesene alle pareti. Le due porzioni di volta, sulla facciata e sopra l'altare, sono un ibrido tra una volta policentrica ribassata e una volta circolare con il piano d'imposta posto su brevi piedritti poggianti sul cornicione in aggetto. La volta centrale, a differenza delle due porzioni laterali, è un’ampia vela in quanto, sulla linea delle murature perimetrali, sono presenti le aperture delle finestre. La porzione centrale della volta non termina sul cornicione.
Il cornicione, posto ad una quota di circa quattro metri dal piano di calpestio, si interrompe sia in controfacciata sia sulla parete di fondo opposta all’ingresso.
Una balaustra, in macchia vecchia, divide l’aula andando a definire un presbiterio rialzato di un gradino rispetto alla parte restante. Nel presbiterio troviamo un altare risalente agli anni Settanta del ‘900.
Sul lato ovest, una piccola porta consente l’accesso alla sacrestia a pianta quadrata, debolmente illuminata da una piccola finestra posta a sud.
L’aula dell’oratorio prende luce naturale dalle tre aperture poste sui lati nord, est e ovest.
Il portone ligneo è a due battenti.
Se l’oratorio esternamente appare spoglio e disadorno, ad esclusione della severa facciata, l’interno risulta totalmente dipinto.
Apparato decorativo interno
L’intero apparato decorativo, completo in ogni sua parte così come fu pensato, è datato 1638 e firmato dell’autore Gian Mauro della Rovere detto il Fiamminghino. La firma e la data la si leggono sul dipinto raffigurante “Il miracolo della bilocazione a Lisbona”, posto sul lato ovest della chiesa.
IO MAURUS D.LA ROBOR. MEDIOLANENSIS
DICTUS FIAMENGINUS PINSIT ANNO
M D C X X X V I I I
La decorazione pittorica riguarda sia gli apparati figurativi sia le architetture. Non sono presenti apparati in stucco, che spesso si trovano a coronamento delle scene pittoriche di tale periodo (vedasi l’oratorio di S. Dionigi in Cassano, d’Adda), tuttavia le cornici, le lesene, i capitelli, gli aggetti in genere e le finte architetture sono decorati a finto stucco (palmette, ovuli, listelli, ecc.), con elementi chiaroscurali in monocromo.
Le superfici delle pareti, ripartite dagli elementi architettonici descritti, ospitano sette scene dipinte che si riferiscono alla vita di S. Antonio da Padova, in particolare a sette episodi miracolosi compiuti dal Santo.
Sei scene sono dipinte sulle pareti laterali a est e a ovest. Sulla parete est troviamo gli episodi: “Il cuore dell’avaro”, “La predica del noce” e “La predica ai pesci”. Sulla parete ovest: “L’apparizione all’abate Tommaso Gallo”, “Guarigione alla tomba del santo” e “Il miracolo della bilocazione a Lisbona”.
La settima è collocata sulla parete di fondo del presbiterio nella parte centrale delimitata da un arco a tutto sesto e leggermente sfondata. Entro un’ancona dipinta è raffigurato l’episodio in cui il Bambin Gesù appare al Santo. Nella parte alta della stessa parete, sopra la linea del cornicione, nell’area delimita dall’arco trionfale e dalla volta, è dipinta l’annunciazione con la Vergine a destra e l’angelo che regge un ramo di gigli a sinistra.
In
controfacciata, appena sopra il portale, inserita nell’architettura dipinta
raffigurante un timpano spezzato, troviamo una cartella con lo stemma che, per
riscontro con la riproduzione di seguito riportata (datata 1633 (?), tratta da
scheda Wikipedia “Cesare Monti Cardinale”), dovrebbe appartenere al
cardinal Cesare Monti. Tuttavia, con riferimento all’araldica ecclesiastica, il
galero porpora con venti nappe (dieci per parte), dipinto in S. Antonio non
corrisponde al titolo di Cardinale.
Riproduzione di Cesare Monti - cardinale
Controfacciata. Particolare
Sempre in controfacciata, lateralmente alla finestra sopra la linea del cornicione, è rappresentato a sinistra l’arcangelo Gabriele con i canonici simboli iconografici e affiancato da un demonio, a destra l’arcangelo Raffaele che tiene per mano Tobia.
La
volta, riprendendo le linee architettoniche delle pareti, è tripartita. Nella
porzione centrale è raffigurato il Santo in gloria alla presenza di Cristo e
attorniato da putti, mentre nelle porzioni della volta a nord e a sud sono
raffigurati angeli e putti musicanti.