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Ed ora diamo lo sguardo all’arco trionfale del
Presbiterio in stucco, sormontato a sua volta da un secondo aereo arco
trionfale in affresco rappresentante
Fotografia di Gigi Cernuschi
Tutta la volta del Presbiterio è sezionata in tre parti:
il catino absidale rappresenta
Fotografia di Gigi Cernuschi - Confraternita della Santissima Trinità dei Fiamminghini
In centro nella volta a botte sono
rappresentati l’Incoronazione della Vergine e, sui piedittri in
quattro riquadri a due a due le figure dei quattro evangelisti e dei
quattro dottori principali della Chiesa: S. Marco con il leone e S.
Ambrogio con i flagelli, San Giovanni con l’aquila e S. Agostino con
il libro, S. Matteo con l’angelo e S. Gerolamo col leone, S. Luca con
il bue e S. Gregorio Magno con la colomba. (È interessante vedere la
identicità dei colori, della posa, del disegno, del Cristo che incorona
Fotografia di Gigi Cernuschi
La terza parte è costituita dalla fascia che porta in tre quadri Angeli musicanti. Tutti questi colori sono incorniciati da stucchi di ottima fattura barocca rappresentanti cariatidi, putti, frutta, fiori e ghirlande. Fotografia di Gigi Cernuschi
L’altare di San Giuseppe è ricco di affreschi dei Montali e di Martino Veronese che si firma nel 1703.
L'ARTE NELL'ORATORIO
DI S. DIONIGI Nella sua struttura attuale l'oratorio di S. Dionigi
costituisce un raro esempio di chiesa costruita e decorata a cavallo tra
il Cinquecento e il Seicento. Porta la data del 1599, periodo borromaico di Carlo il
santo e di Federico, che vogliono il rinnovamento degli edifici
religiosi conforme al programma del Concilio di Trento. Sotto la spinta della Confraternita della SS. Trinità si
ristruttura l'antico edificio già citato nel 1206. La data 1610 sulla
facciata dell'edificio dice il termine dei lavori. Due sono i cicli importanti da sottolineare: quello
decorativo con stucchi di angeli e frutta nel presbitero e nell'abside,
e quello pittorico degli affreschi. Gli stucchi esaltano una continua
interferenza, quasi un dialogo incessante, con gli affreschi, e sembrano
avere lo specifico compito di accendere maggiormente la luce e i colori. Il ciclo pittorico attuale ricalca precedenti affreschi
ricoperti e descriventi i medesimi soggetti. Sulle lesene di facciata
delle cappelle della Madonna e di S. Giuseppe si ritrovano tracce
occhieggianti di trecenteschi immagini. Mancando testimonianze sicure circa l'attribuzione degli
affreschi e le date di esecuzione, penso onesto riportare scrittori
che hanno trattato il nostro argomento: a) Antonio Castiglioni scrive l'opuscolo sull'oratorio di
S. Dionigi nel 1617. Attribuisce a Giovanni Paolo Fiamminghino l’opera
pittorica, datandola nel 1599, della resurrezione di S. Dionigi e del
traghetto dell'Adda, e della volta presbiterale. Asserisce mancanti gli
affreschi della condanna di S. Dionigi e del trasferimento del Santo a
Milano oltre a quello di S. Barnaba che predica ai cassanesi,
augurandosi vengano il più presto possibile completati, b) Domenico Milani riporta nei suoi Annali l’opinione del
"peritissimo figurista sig. Corneliano che afferma essere pitture
del celebre Fiamminghino e compagni: GioBattista e Jacopo della
Rovere. Il sig. Scevesi vuole che siano del Montaldo ad eccezione
dell'altare di S. Giuseppe che dice essere di Camillo Procaccini. 1602: altare di S, Nazaro deve essere stato eretto dopo la
rovina della chiesa dedicata a S. Nazaro situata lungo la riva della
Muzza. Detto altare non esiste più ed è quello ora di S. Giuseppe. Il
quadro della morte di S. Giuseppe è del Montaldo. L'affresco di S. Barnaba è del 1654 con altre varie
immagini. Ma a noi è ignoto da qual pittore fosse maneggiato.
Fotografia di Gigi Cernuschi - S. Barnaba raffigurato da Vincenzo Ciniselli
1703: Martino Veronese dipinge in S. Ambrogio e adorna di
sue pitture nell'oratorio di S. Dionigi la cappella di S. Giuseppe”. c) Ignazio Cantù nelle "Vicende della Brianza"
scrive: "Non vuole essere trascurata a Cassano una visita alla
chiesa di S. Dionigi ornata di tante considerevoli pitture, che al
giudizio di taluni, si riferiscono ad insigni autori. E fra gli atri di
Camillo Procaccini si vorrebbero le medaglie all'altare della B.
Vergine; del Montaldo e dello stesso Procaccini la medaglia al corno del
Vangelo; di Martino Veronese quella al corno dell'epistola; del
Cinisello le medaglie della volta; e le laterali alla porta d'ingresso
di Giovanni Battista Fiamminghino". d) Rossana Bossaglia nel suo studio "I fratelli Galliari pittori" Nel 1703 Giovanni era con Martino Chignaroli a Crema,
proveniente da Cassano d'Adda (ove pare che i due artisti avessero
operato assieme) per eseguire un affresco di architettura e figure nella
chiesa di S. Bernardino" (E non sarà invece l'oratorio di S.
Ambrogio?). Questo Martino Chignaroli che affresca la cappella di S.
Giuseppe in S. Dionigi è detto Veronese perchè nato a Verona nel 1649
e morto nel 1726. Lavora in Piemonte, nel milanese, nel cremasco ed è
personalità da studiare con sensibilità che anticipa i modi
settecenteschi ed il barocchetto. |