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Era l’antica cappella di S. Nazaro cui era dedicato
l’altare. E stranamente affrescata da pitture ad olio dal Veronese nel
1703 che ridipinge precedenti disegni. Le pitture rappresentanti medaglioni della vita di S.
Giuseppe, furono riprese dal restauratore Marcello Bonomi di Nembro nel
1968 dato che erano deteriorate per l’80%. La pala dell'altare è attribuita a Stefano Montaldo
scolaro del Mazzucchelli detto il Morazzone. I MONTALDO sono due: Giovanni Stefano e Giuseppe. Stefano
è nato a Treviglio nel 1608 e morto nel 1689. I due fratelli sono
decoratori di grande abilità che hanno lasciato opere a Milano in
diverse chiese e palazzi. Erano legati ai Procaccini ed al romano Pietro
da Cortona. Nelle chiese di Lombardia era tradizionalmente legato alla
chiave di volta dell'arco trionfale che immette al presbitero un grande
Crocifisso. Il messaggio da trasmettere all'attento osservatore era
questo Cristo Crocifisso chiave di lettura di tutto il mistero di
salvezza dei cristiani, dello ostentato a tutti coloro che Lo vogliono
seguire, ma in dimensione di disprezzo. Nella vecchia chiesa parrocchiale demolita nel 1775 non
risulta ci sia stato un altare dedicate al Crocifisso. Essendo questa opera antecedente al 1700 è da pensare che
fosse proprio quella dell’architrave, sostituita da un Crocifisso
pitturato su legno attorniato da due angeli. Nel 1776 con la costruzione della nuova chiesa
parrocchiale, per leggi di Giuseppe II, si deve costruire anche il nuovo
cimitero. Si trasportano i resti dalle chiese e dai cimiteri che li
lasciano attorno presso l'oratorio di S. Ambrogio denominato il
Lazzaretto, dato che qui furono raccolti gli appestati nei periodi di
epidemia. È probabile che sia stato in quel momento che si sia creduto
di dare sacralità all’ossario ponendovi il Crocifisso, quasi a
protezione e conforto dei morti. Qui nel 1964 è stato ritrovato sepolto dai teschi
accatastati. Fu ripulito e restaurato dai Papetti di Crema. L'altare del
Crocifisso in chiesa parrocchiale è costruito nei primi dell'ottocento
per generosità della famiglia Regazzoni, collocandovi l'immagine
attualmente in sacristia. In una lettura sommaria questo Crocifisso da attribuire al
secolo XV, molto simile ad altri della stessa epoca. È scolpito in
legno con accurata anatomia, intensa espressione del volto, ricerca del
panneggio, ornato da capelli e da baffi, che, secondo antiche usanze,
venivano offerti annualmente da ragazze e da giovanotti che facevano
voto di sacrificare la propria abbondante capigliatura. La testa è articolabile e mobile, potendo in tal modo dare
la posizione richiesta dalla pietà dei devoti. La destinazione del Crocifisso nella chiesa di S. Dionigi
è dai
Crocefisso ligneo attribuito al secolo XV
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Da “I Quaderni del Portavoce n. 8”–
L’oratorio di S. Dionigi e |