Trento Longaretti

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TRENTO LONGARETTI: “LA NOSTRA E LA SUA CASSANO”
venerdì 20 Gennaio 2023

INTRODUZIONE : Prof. PIERA DE MAESTRI

Benvenuti a questa serata.

È bello ed emozionante vedere stasera unite vecchie e nuove generazioni attorno alla figura di un grande maestro della pittura. Tutto è nato quando la dottoressa Maria Paini ha iniziato ad intraprendere il suo percorso di tesi di laurea, quindi ha fatto una cosa estremamente interessante: prima di capire la genesi dei capolavori di Trento Longaretti a Cassano, ha ricostruito la storia, il paesaggio, i luoghi, le emozioni, le amicizie vissute dal maestro nella nostra cittadina. Trento Longaretti ha operato a Cassano grazie ad una grande amicizia: quella con Andrea Giudici amatissimo sindaco tra gli anni 50-70, periodo in cui a Cassano sorsero importanti strutture come la Pretura di Cassano, ora Spazio Città, valorizzata dai grandi affreschi commissionati a Longaretti proprio dall’ amico Giudici.
 
Maria è fresca di laurea, ci sono tanti amici giovani in sala e quindi anche questo è importantissimo, quando i valori fondanti della nostra civiltà raffigurati magistralmente negli affreschi del maestro Trento, vengono fatti riemergere dai giovani, questo è veramente emozionante per tutti.


La tesi di Maria riporta questo titolo: “Trento Longaretti opere pubbliche a Cassano d'Adda 1958-1979”.
 
La prima parte della nostra serata si svolge nel salone della Biblioteca e Maria sarà lei la relatrice, poi ci sposteremo nell'ex Pretura oggi Centro Civico, dove sono posizionate le due opere del maestro: il monocromo la Giustizia e il grande affresco la Giustizia è uguale per tutti. A questo punto, chiamo l'assessore alla Cultura Antonio Capece, con il quale già da tempo avevamo pensato e organizzato questa serata; abbiamo parlato di giovani quindi avere anche un assessore alla cultura giovane è un valore importante.
ASSESSORE ALLA CULTURA DEL COMUNE DI CASSANO D’ADDA ANTONIO CAPECE
 
Grazie, grazie a tutti e buonasera, un ringraziamento a tutti voi per essere qui questa sera per aver preso parte a questa serata all'insegna dell'arte e della cultura della nostra città. Vorrei ringraziare in primis le relatrici, Maria Paini e anche la dottoressa Longaretti per essere qui questa sera e Piera de Maestri che ha davvero dato anima nell'organizzare questa serata e quindi sicuramente sei stata indispensabile. Mi piace però sottolineare che questa serata vede protagonista una giovane concittadina, Maria Paini, quindi per noi dell’amministrazione, sicuramente è motivo di orgoglio vedere una giovane concittadina impegnarsi nel riscoprire la cultura del proprio territorio; il lavoro che è stato fatto è sicuramente pregevole. Longaretti, lo conosciamo, ha lasciato un'impronta indelebile sul nostro territorio, gli affreschi presenti a Spazio Città danno, come dire, lustro alla nostra città e questo è un motivo sicuramente importante. Valorizzare questi aspetti ci permette di valorizzare ancor più la nostra cittadina, farla conoscere anche all'esterno. E quindi io di nuovo ringrazio tutti e soprattutto Maria Paini per il lavoro che ha svolto in questi mesi, grazie.
PRENDE LA PAROLA LA RELATRICE, dott. Maria Paini

Buonasera a tutti, innanzitutto vorrei ringraziarvi per la vostra presenza. Devo ammettere che è stato un percorso molto ambizioso compiere questi studi su delle opere che fanno parte della mia città ed è stato veramente interessante capire come sono nati questi affreschi del maestro Trento Longaretti e tutti voi potrete ammirarli da vicino con i vostri occhi. Prima di addentrarmi nel dettaglio delle opere cassanesi, vorrei parlare della sua vita, di quello che ha vissuto.

Trento Longaretti nasce a Treviglio nel 1916 e sin dall'infanzia ha manifestato attitudine nel disegno, nella pittura e poi prenderà per sempre la via dell'arte, tant'è che frequenta l'Accademia di Brera, quindi l’università a Milano.

E lo vediamo nella prima foto, con i suoi compagni di corso di studi che sono gli amici di corrente. Perché corrente? Perché nel 1938 Ernesto Treccani fonda la rivista intitolata: “La vita giovanile” che poi diventa corrente, mentre sulla destra vediamo una foto che è degli anni 70, poi lo vediamo compagnato da Aldo Carpi, che è il suo amatissimo professore di disegno e i due instaurano un ottimo rapporto d'affetto e amicizia. Gli anni milanesi però sono interrotti bruscamente dalla Seconda guerra mondiale perché Longaretti è costretto a parteciparvi, dapprima in Sicilia, come appartenente al Genio Ferrovieri, quindi si occupava della manutenzione delle ferrovie italiane, e poi nell’est Europa.
Prima di entrare nel discorso della guerra vorrei un attimo parlare della cultura che s’instaura a Milano, una pittura tendente all'astrattismo, che s’avvicinerà anche al romanticismo di tipo lombardo e in questa slide ne vediamo un esempio degli anni 40.
Vediamo questo libro rosso che vedete in basso, che è uno dei manifesti dell'arte astratta lombarda, scritto da Carlo Belli nel 1935. Però ci tengo a sottolineare che Longaretti non fece mai parte di un vero e proprio movimento artistico e in questa slide possiamo vedere una pagina di diario scritta da Longaretti, perché di solito scriveva ogni giorno. Io per naturale temperamento sono lontano dalla pittura astratta, ideale, sebbene molte volte assai profonda. Preferisco tuffarmi nello studio dell'anima e del pensiero dell'uomo, rappresentarne i sentimenti, specialmente le naturali e inevitabili paure dolorose. Dipingere l'umanità, l'umanità fatta di stracci e di miseria, l'umanità più umile e dimenticata, farne sorgere la sofferenza a poema di bellezza e di verità”. Ecco, questa è una pagina di diario del 1957, quindi abbiamo appreso il suo allontanamento concettuale dell’astrattismo.
Ma parlavamo della guerra. Anche in questo caso abbiamo un esempio di una pagina di diario scritta da Longaretti, con un pensiero che ho trovato davvero molto profondo riguardante quello che pensa lui sulla guerra. “Ma come dipingere soldati, fucili, cannoni? Io non dipingerò falsamente la guerra esaltandola, ma con verità disprezzandola”. Perché dice di non dipingere soltanto fucili e cannoni? Perché lui nella Seconda guerra mondiale, dopo l'esperienza in Sicilia, quella di cui vi ho parlato, verrà trasferito in Est Europa dove non sarà sul campo di battaglia in quanto soldato, ma si troverà a dipingere, a documentare quello che è il campo di battaglia, come distrutto dopo la guerra. Vediamo un esempio della costa siciliana quando fa parte del reggimento genio ferrovieri in Sicilia e poi un villaggio incendiato del Kossovo, riguardante l'esperienza in Est Europa.
Passiamo poi a parlare di qual è veramente la sua pittura, umana pittura. In questo caso abbiamo delle parole che pronunciò lui stesso nel 2014 qui davvero spiega che cos'è la sua pittura, quindi umana. Si riferisce a una pittura sull'uomo, sui sentimenti e su tutta la sua potenza emotiva e mi è sembrato giusto mettere questi due quadri, tra l’altro presenti all'Associazione Territorio Ungaretti di Bergamo. Vediamo il grande vecchio e un bambino erranti, Longaretti dipinge spessissimo questo tema, quindi vagabondi, delle persone alla ricerca di qualcosa per cui si prova molta pietà, sono gli ultimi e sono quelli che lui definisce i poveri diavoli. Quindi queste persone alla ricerca di qualcosa, ma non si sa bene cosa; troviamo un esempio con questa madre, ‘Maternità e organetto’ del 1952. Questa madre, anch'essa in qualche modo vagabonda e in questo c'è un tema fondamentale che è quello della maternità. Quindi cosa sono? Sono due figure umane per le quali si trova spesso pietà e questo faceva parte di Longaretti.
Cosa succede dopo la Seconda guerra mondiale? Si dedica prima alle lezioni private di pittura, successivamente all'attività di insegnamento in vari istituti lombardi. Poi vedremo che entrerà anche la sua avventura artistica e di amicizia a Cassano; nel 1953 assume un ruolo importantissimo, ovvero diventa direttore e professore presso l'Accademia Carrara di Bergamo e Trento è un maestro virtuosissimo che affronta tutto con grande dinamismo. Vediamo in questa foto, un viaggio d'istruzione del 1963, lo vediamo qui in mezzo ai suoi alunni e nell'altra foto si vedono degli allievi che disegnano lungo la Moldava. Longaretti introduce delle novità nell'Accademia: l’interesse per il mosaico, la vetrata e lo studio dei colori in relazione al loro significato psicologo.
Entrando più nel dettaglio, perché Longaretti compie delle opere pubbliche proprio a Cassano d'Adda? Perché durante gli anni di insegnamento negli istituti Lombardi quali Treviglio, Caravaggio e Lodi, conosce il professor Andrea Giudici, quindi abbiamo non solo due colleghi che si stimano a vicenda, ma anche due amici che rimarranno sempre in ottimi rapporti e Andrea Giudici, nostro concittadino, diventa sindaco a Cassano nel dopoguerra nel 1954 e realizzerà opere pubbliche di grande importanza civica come il carcere, il municipio e la nuova pretura. Quindi, per chi non lo sapesse, il nostro spazio città dove ci sono le aule studio o dove si può andare a rifare la carta d'identità, quello spazio ai tempi era un tribunale e lì nel dopoguerra Giudici incarica appunto Longaretti della composizione di due affreschi di grandissime dimensioni. La prima foto che vediamo, è un biglietto di auguri realizzato da Longaretti per Andrea Giudici ed è stato inviato il Natale del 2002, quindi vediamo in un semplice biglietto d'auguri, un tratto bellissimo tracciato con una banale penna, però essenziale e modernissimo.
Prima di parlare degli affreschi del Tribunale, voglio soffermarmi su questa Deposizione di Cristo” che si trova presso la cappella cimiteriale della famiglia Laboni, in questo caso però abbiamo due versioni. La prima è una grandissima e monumentale tela ad olio, vediamo quindi Gesù Cristo calato dalla croce con le fasce bianche, accompagnato da Maria Maddalena; poi vediamo San Giovanni, Nicodemo e San Giovanni di Arimatea. Che cosa si vede in questa composizione? Una comunicazione immediata, semplicissima, quindi il committente l’Ingegner Roberto Laboni ha chiesto questa composizione per la sua Cappella cimiteriale di Cassano d'Adda. Poichè la cappella cimiteriale presenta tuttora delle finestre sempre aperte, il grande dipinto iniziò a presentare distaccamenti di colore e venne sostituito da un mosaico delle stesse dimensioni e possiamo notare una composizione chiarissima pura dalle tessere musive che sono state utilizzate in modo davvero sapiente. La prima Deposizione ad olio oggi si trova nella chiesa di Cristo Risorto di Cassano d'Adda. Magari non è proprio visibile appena si entra, perché è posizionata sul lato dei confessionali.
Invece entrando nel dettaglio, per quanto riguarda le opere presenti nel tribunale, entrando sulla sinistra si trova la "Giustizia", commissionata da Andrea Giudici nel 1958, la personificazione della giustizia: una donna longilinea che ricorda il mito e il teatro antico; sotto invece troviamo tre riquadri, dal titolo si capisce che si parla di un argomento giuridico, di un tribunale dove si amministra la giustizia.
Vediamo nel primo riquadro un padre accompagnato dal figlio che chiede qualcosa a questo signore, che non è altro che un giudice. Nel secondo riquadro, invece, troviamo il giudice che alza la mano in segno di parola e la folla che lo ascolta. Nell'ultimo riquadro invece, troviamo il padre che sta dicendo qualcosa ad un altro uomo togato, che cosa vuol dire? Vuol dire che il disegno della giustizia si è compiuto, interessante è la figura del padre e del figlio che chiedono giustizia quindi due soggetti umili che si rivolgono a un giudice in un'ambientazione molto romana, Roma è dove nasce la cultura della giustizia.
Passiamo alla genesi di queste opere presenti nello Spazio Città: sono affreschi, quindi per realizzare un affresco serve un cartone preparatorio e i cartoni preparatori si trovano presso l'archivio parrocchiale di S. Zeno. Infatti vediamo in questo dettaglio la giustizia, questo viso bellissimo, molto neutrale ma allo stesso tempo dai tratti familiari. Magari Longaretti per realizzarlo, deve aver preso spunto da un volto molto familiare, comunque ha dei tratti molto particolari, molto forti, questo è il cartone preparatorio con il volto circondato da una luce celeste che si differenzia dalla realizzazione finale che presenta invece una tonalità giallo-rossa. Quindi questo è il cartone preparatorio, mentre le altre due figure, le due immagini che vedete sono le bozze di pittura che Longaretti probabilmente utilizzò per capire quali tonalità di colore usare, notate la veste, questa veste è realizzata semplicemente con due pennellate, e qui si nota l'abilità della pittura..
Passiamo invece all’affresco, forse quello più noto a tutti e si trova entrando a destra, nello Spazio Città: è grandissimo, lo vedremo dopo assieme con maggiori dettagli anche per quanto riguarda l'altro affresco. In ‘La giustizia è uguale per tutti’ vediamo tanti gruppi di persone protetti dai padri del diritto, quindi la statua di Mosè, mentre l'altra è Giustiniano. Mosè tiene in mano le tavole della legge mentre Giustiniano il Codex. Guardiamo invece meglio i gruppi di persone come il nucleo familiare, delle donne che lavorano il grano, un gruppo di uomini, dei manovali e delle donne che tessono; questi sono delle persone che si trovano ovviamente sulla sponda dell'Adda. Dietro abbiamo lo skyline di Cassano con il Castello Visconteo; si nota il campanile di San Zeno e di San Dionigi. Sotto invece abbiamo la scritta “RES PVBLICA AVGETVR PROBITATE CIVIVM” Per quanto riguarda i dettagli su questa scritta, vi invito, dopo l'ascolto davanti all'affresco, perché per commentare un'opera c'è proprio bisogno di osservarla dal vivo.
 Cosa rappresentano e significano tutti questi gruppi umani? L’operosa e dinamica cittadinanza cassanese. Che cosa fa? Lavora, quindi come nel caso dei manovali, crea mentre il gruppo centrale sta prendendo delle decisioni e progettando la futura Cassano.. I due padri fondatori del diritto proteggono questa comunità e i libri manoscritti che hanno in mano sono le fondamenta storiche del diritto occidentale ed è come se proteggessero in qualche modo questa cittadinanza. Al centro troviamo esposto simmetricamente il lavoro femminile. Queste donne lavorano al telaio ed è interessante notare il passaggio generazionale, perché l'adulta osserva la bambina e la bambina osserva l'anziana e quindi è interessantissimo questo scambio visivo di affetti, d’insegnamento, questo scambio generazionale è sempre presente nelle opere del Longaretti. Vediamo infatti anziani accompagnati da nipoti, da figli, madri con figli, padri, quindi il tema familiare è davvero fondamentale. Poi invece troviamo degli uomini che lavorano la malta. In questo caso stanno costruendo qualcosa. Che cosa stanno costruendo? Il tribunale? Quindi la nuova pretura di Cassano è commissionata da Andrea Giudici che è questo signore con abiti azzurri la cui tonalità fredda serve a risaltarne la figura rispetto a tutti gli altri personaggi che lo circondano i cui abiti presentano tonalità calde. La figura col cappello è Giancarlo Colombo, che fa parte di una famiglia di costruttori di strade di Groppello ed è raffigurata sulla destra la cava che appartiene ai Colombo. Quindi abbiamo proprio un'esaltazione dei personaggi Cassanesi in questo affresco. Poi invece troviamo le donne che tessono, Longaretti pone quindi un'attenzione particolare all'industria tessile cassanese,  al suo Linificio Canapificio Nazionale, alla presenza di gelsi secolari nella nostra piazza Castello, testimoni di una passata industria serica. Per quanto riguarda invece la scritta, è una storia tutta particolare che vi spiegherò dopo davanti all'affresco. Sono presenti altri edifici sulla destra, quindi è davvero una rappresentazione piuttosto dettagliata dello skyline di Cassano, visto dalla parte di Treviglio perché Trento, è cittadino trevigliese, quindi è interessante vedere come Cassano appaia un borgo maestoso dalla parte di Treviglio.
Abbiamo non solo dei cartoni preparatori, ma anche delle bozze di pittura su legno. Come nel caso della Giustizia, notiamo varie differenze: nella bozza di pittura troviamo una luce molto più aperta, molto più celeste rispetto alla realizzazione finale. Tra l’altro vi è l’ombra di un personaggio in più al centro, la luna è spostata sopra il castello, invece qua non si vede, ma era proprio sull'angolo. Poi troviamo anche i personaggi scambiarsi il posto quindi, disposti diversamente. Sempre nella bozza abbiamo le donne che lavorano il grano, invece nell’ opera finale abbiamo le donne che tessono, quindi sono invertite alcune posizioni, anche in questo caso la pittura è davvero eccezionale; guardate gli abiti che vanno a formare il chiaroscuro, il cielo, comunque è una bozza preparatoria, ma davvero la pittura è straordinaria; è stata aggiunta poi successivamente la scritta sotto l'affresco: “la legge è uguale per tutti, la giustizia è amministrata in nome del popolo”.
Vi lascio con questo ultima slide. Si tratta di un'altra pagina di diario del 18 Aprile 1958 in cui scrive “A Cassano finito l'affresco con sollievo!”, perché era davvero contento quando ebbe completato gli affreschi, insomma, sono due affreschi progettati con cura e con un complesso lavoro preparatorio.
La mia presentazione si conclude qua, vi ringrazio ancora tantissimo per l'attenzione, spero di non avervi annoiato e ringrazio assolutamente Andreina Giudici, la figlia di Andrea Giudici nostro storico sindaco di Cassano che mi ha dato accesso a tutte le bozze preparatorie, quindi fondamentali per il mio lavoro, per la mia tesi. Poi ringrazio l'Associazione Trento Longaretti di Bergamo, anche loro mi hanno dato informazioni preziosissime per quanto riguarda la sua biografia. Ringrazio anche Claudio Rota responsabile dell’ Archivio Parrocchiale di S. Zeno e il Dottor Luigi Cernuschi la cui famiglia conosceva Trento Longaretti e per me è stato fonte di preziose informazioni. Ringrazio anche l’ Assessorato alla Cultura di Cassano e l’assessore Antonio Capece vivamente interessato ai miei studi.
 
Lascio ora la parola a Serena Longaretti figlia del maestro.
PRENDE LA PAROLA LA SIGNORA SERENA LONGARETTI FIGLIA DELL’ARTISTA
 
Buona sera a tutti, applausi meritati a Maria perché ha svolto un lavoro assolutamente approfondito e direi con correttezza e precisione. Credo che anche mio papà se fosse qui presente si complimenterebbe con proprio con te per il rigore con cui hai condotto la ricerca e anche perché credo tu abbia potuto leggere i linguaggi fondamentali che ci sono nelle opere pubbliche di mio papà che possono apparire didascaliche, a una lettura superficiale, ma che in effetti poi, contengono messaggi così importanti, come hai rilevato tu stessa, nel caso dell'affresco qui nella pretura di Cassano. Hai sottolineato il messaggio che le opere di mio padre contengono: l’invito a un rigore morale per tutti i cittadini, per tutti gli individui chiamati a creare la collettività. Il grande affresco della Giustizia ci rammenta la cultura romana, che rimane fondamento del nostro convivere. La tua tesi inoltre invita a ricordare l’importanza della cultura contadina, il paesaggio agrario che caratterizza l’affresco e che ancora oggi è parte del territorio di Cassano e comunque della pianura. Poi ancora la ricerca sulla vita, sul linguaggio e sulla poetica del mio papà e sono una ricerca direi abbastanza completa e penso che quanto tu hai detto, l’avrebbe gratificato molto.
Il contributo dell'associazione, come potete ben vedere, consiste nell'aver messo a disposizione di Maria, tanto materiale che mio papà ha conservato a partire dalle agendine che abbiamo dal ‘35 al 2017, mancano solo due o tre anni, degli anni ‘70 e che sicuramente saranno da qualche parte, saranno non nel nostro armadio, ma insomma ci sono, così come i diari dai quali appunto, Maria ha attinto per la sua ricerca e parlando di cartoni preparatori di affreschi e comunque di opere pubbliche in generale, ho scoperto con molto piacere, leggendo la tua tesi, che sono conservati nell’ Archivio della chiesa parrocchiale e che sono ben custoditi, di cui non sapevamo l'esistenza, perché noi abbiamo anche nel cavò un buon numero di  cartoni, ma rispetto alla produzione di opere pubbliche del mio babbo, sono poca cosa, perché in effetti quando hanno fatto la gara che gli ha dedicato uno studio sulle opere pubbliche di Bergamo, hanno schedato e hanno organizzato poi le visite a più di venti opere
pubbliche presenti in città, però ne ha realizzate anche all’estero. Abbiamo realizzato degli ambienti con delle opere ad olio del mio papà e ad oggi abbiamo censito qualcosa come più di 6000 opere ad olio. Invece, per le opere pubbliche su cartoni, i disegni o le incisioni, dobbiamo ancora fare il lavoro e devo dire che la Sovrintendenza ai beni Archivistici, con il riconoscimento dell'interesse culturale dell'archivio del mio papà, ci darà una mano, così come speriamo che altri giovani appassionati d'arte seguano il tuo esempio e gli vogliano dare una mano, appunto, a indagare ancora meglio, ancora più approfonditamente l'opera del mio babbo e le opere sulla figura. Inoltre l’associazione è disponibile a collaborare con chiunque voglia mantenere vivo il ricordo del mio babbo e approfondire anche tutta l'esperienza, non solo sua, ma di tutti gli artisti che insieme a lui hanno fatto quel percorso. Ringrazio di avermi invitata e vi ringrazio di aver dedicato tempo e interesse alla figura del mio papà.

Maria ringrazia anche Mariolina Longaretti, responsabile archivista dell’Associazione Longaretti presso la quale Maria Paini più volte si è recata ed ha respirato l’atmosfera dello studio del maestro in Città Alta. Inoltre Mariolina Longaretti ha messo a disposizione materiali inediti poiché su Trento Longaretti e sulle opere di soggetto civico c'era pochissima bibliografia.
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