Trento Longaretti

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PREMESSA

Oggetto dell’elaborato è l’analisi delle opere pubbliche di Trento Longaretti (1916-2017) realizzate nella  cittadina  di  Cassano  d’Adda  tra il 1958 e il 1979. Longaretti nasce a Treviglio, e conosce Andrea Giudici all’istituto di Lodi quando sono entrambi insegnanti, prima di dedicarsi alla direzione dell’Accademia Carrara. I due colleghi rimangono per sempre in ottimi rapporti e quando Giudici diventa sindaco  di  Cassano  d’Adda, incarica Longaretti della composizione di due affreschi che vengono posizionati nell’allora Pretura. Dato il luogo, il tema iconografico è quello della giustizia, difatti le due opere di grandi dimensioni si intitolano la giustizia è uguale per tutti e la giustizia. La prima vede la rappresentazione dei cittadini cassanesi disposti teatralmente sulle sponde dell’Adda, protetti dai padri del diritto (Mosè e Giustiniano) ed intenti a svolgere i loro lavori. Il secondo affresco è la personificazione della giustizia come virtù e sottostante è presente una narrazione a tre episodi sulla giustizia. Le due opere sono cinte da ammonimenti in latino scritti personalmente da Longaretti. La giustizia è uguale per tutti affronta la tematica civile in un viaggio attraverso la storia di Cassano d’Adda, mentre La giustizia, viene personificata come una donna romana ed inserita in questa cultura madre del diritto occidentale.  
Longaretti è sicuramente più noto per i quadri da cavalletto mentre questo elaborato si propone di indagare un percorso meno noto: le opere pubbliche. In particolare i mosaici della sua città d’origine, Treviglio e, gli affreschi di Cassano d’Adda. Trattandosi di lavori non ancora esaminati, sull’argomento non esiste una bibliografia specifica e questo lavoro può essere considerato una prima ricognizione. Gran parte dei materiali presenti nell’elaborato,  specialmente  gli affreschi cassanesi, sono stati stato fotografati personalmente, per poi essere studiati e catalogati. Per avviare la ricerca in loco e conoscere la genesi dei due affreschi, preliminarmente sono stati oggetto di un’attenta analisi dei cartoni preparatori realizzati a carboncino, conservati nell’archivio della chiesa parrocchiale di Cassano d’Adda, lasciati appositamente qui da Longaretti una volta che completò i lavori nel 1959. Il secondo studio preparatorio è stato trovato presso la residenza della figlia di Andrea Giudici, che possiede due pitture su legno: si tratta di due bozze con pennellate materiche che mostrano provvisoriamente i colori poi definiti nella realizzazione finale. Per quanto concerne la documentazione relativa a pagine di diario e disegni, è stato visionato l’archivio del pittore presso l’Associazione Longaretti di via Borgo Canale presso Bergamo. Dell’archivio inoltre, sono state lette e fotografate delle pagine di agende, in particolare quelle risalenti agli anni ’50, che Trento era solito compilare ogni anno ed ogni giorno.  Per meglio contestualizzare gli affreschi si è analizzata la sua carriera, il percorso artistico e le idee sulla pittura fino ad arrivare nello specifico alle opere pubbliche cassanesi. L’ambiente formativo di Longaretti è quello dell’Accademia di Brera, e qui ha l’opportunità di conoscere quelli che diverranno negli anni a seguire importanti esponenti di un’arte lombarda post-impressionista: Aldo Carpi, suo amatissimo professore di disegno, Ennio Morlotti, Bruno Cassinari, Edmondo Dobrzanski e molti altri artisti. La pittura di Longaretti, palpitante e libera, si mostra stilisticamente vicino alle correnti artistiche di fine ottocento e inoltre, spesso virata sui toni del rosso e del blu, rimanda con altrettanta facilità al Picasso del periodo blu e rosa. Per di più, i personaggi dei suoi quadri (madri, viandanti, ebrei, anziani) convivono con quelli di Chagall, Goya e  Daumier. Attingendo da queste preziose fonti d’ispirazione, l’artista bergamasco sviluppa un linguaggio e un universo fatto di personaggi che diventano modelli ricorrenti nella sua pittura. Dopo l’esperienza di Brera, Trento è travolto dal vortice della Seconda Guerra Mondiale, e costretto a far parte prima del Reggimento Genio Ferrovieri in Sicilia e poi degli artisti di guerra in est Europa. Con la dichiarata repulsione verso la guerra e la violenza, Longaretti tende a una rappresentazione sempre più ricorrente degli umili quali i vagabondi e i soggetti della cultura ebraica. Nel 1945, quando termina la guerra, Trento si dedica all’insegnamento e nel 1953 vince il concorso per la direzione dell’Accademia Carrara. Sono questi gli anni in cui inizia a dedicarsi alla realizzazione di opere pubbliche non solo per Bergamo, la città in cui va a vivere, ma anche per Treviglio e per l’appunto, Cassano d’Adda.  Dunque nonostante il successo internazionale e le numerose esposizioni all’estero, Longaretti è attivo nella sua città natale e a Cassano d’Adda. Queste opere pubbliche sono condivise e apprezzate con una popolazione che conosce il pittore da sempre e che vede nelle realizzazioni sia laiche che religiose, un impegno civile di un loro concittadino.  Longaretti è un artista appartenente, a livello cronologico e stilistico, all’arte contemporanea, ma ancorato alla tradizione in quanto scelta di tecniche lavorative, tra cui affreschi, vetrate, disegni e opere pittoriche. Fa parte, inoltre, di una generazione di artisti che riceve commissioni per la decorazione di chiese, santuari e molte altre opere pubbliche.
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