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Certezze documentate sulla paternità dell'opera sono scarse. La prima costruzione è certamente posteriore al 1720-21 data del cata­sto di Maria Teresa. Infatti nella mappa di zona di Cassano manca questa importante villa.

La tradizione parla di due momenti della costruzione: un barocco set­tecentesco attribuito a Francesco Croce; l'altro neo classico attribuito a Giuseppe Piermarini. Questo secondo momento è confortato da do­cumenti di pagamento datati dal 1781 eseguiti dalla famiglia D'Adda al Piermarini.

Il nome del Croce si trova negli Annali del Milani ed è sostenuto sulla base delle analisi del complesso architettonico stilistico della facciata a giardino settecentesco.

L'abbinamento del barocco col neo-classico non è infrequente a Milano:

il Palazzo Cusani. Probabilmente progettato dal settecentesco Ruggeri;

il palazzo Sormani-Andreani con facciata esterna del Croce e l'altra neo­classica dell'Alfieri.

L'intervento del Piermarini ha portato ad una ristrutturazione generale evi­dente: cortile d'onore con cancellata, ali laterali, facciata con corpo prin­cipale di altezza maggiore con coronamento di balaustre e statue affian­cate da corpi minori preceduti da portici che servono alla grande corte d'onore.

Giuseppe Piermarini è di Foligno, matematico. La sua formazione non è legata alla formazione architettonica lombarda. Studia a Roma gli edifici classici e il Borromini.

Si forma alla scuola di Vanvitelli di Caserta che costruisce la reggia dei Borboni sul modello ed in concorrenza emulativa alla reggia di Versailles.

È il costruttore del teatro alla Scala, del palazzo ducale ora reale, della villa arciducale di Monza, del palazzo Belgioioso, del palazzo D'Adda a Cassano, del palazzo Greppi finanziere.

Lo schema della villa si ricollega alla tradizione lombarda del 600-700. Preceduta da corte d'onore monumentale, legata al costume di vita del tempo: carrozze che arrivano al cancello, poi alla porta principale, salone d'onore, salone da ballo, scalone d'onore, portico coperto per con­sentire di scendere dalle carrozze ed evitare le intemperie. Qui abbiamo un pronao che serve da portico coperto, ma potevano ser­vire anche i portici laterali.

Cancellata in ferro con elementi in muratura. Corte d'onore con ali di servizio per stalle, cucine, abitazioni della servitù. Simmetria su asse sul giardino: cannocchiale, alberato da pioppi in via­le dritto e geometrico.

Vestibolo con lo scalone d'onore: ambiente di rappresentanza, di disim­pegno: ci sono le scale minori più funzionali, ambiente che lega al giar­dino retrostante all'italiana con spartiture geometriche che dividono a metà giardino e villa.

Atrio con scalone neo-classico, con affreschi a soggetto mitologico della volta realizzati nell'ottocento.

Salone per ricevimenti: c'è in tutte le ville, alto due piani. La tribuna aperta per i musici, per le danze ed i concerti, chiusa con ferri battuti  per motivi acustici più che per motivi artistici. Il 700 è il secolo della musica e dell'eleganza.

La finestra verso il giardino per la prospettiva architettonica. Gli stucchi sono di molta eleganza neo-classici dipinti in grigio che è il colore prediletto da questo stile. Sono del Bertolli, formatesi all'acca­demia di Parma caratterizzatesi per la raffinatezza formale di stile Luigi XVI che trasudava dalla Francia a noi.

 

   Giuseppe Piermarini

   Francesco Croce

Fonti storiche:

I Quaderni del Portavoce n. 5 - La Cuntrada Magjura - Don Carlo Valli.

La grande enciclopedia della tua Regione - La Lombardia Paese per Paese - Bonecchi.

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    facciata principale

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 Primo piano della Villa

Click to enlargeil il cortile della Villa (lato sinistro)

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il cortile della Villa (lato destro)

Click to enlargeil il cortile della Villa (particolare del lato destro)

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parte posteriore della Villa e parco

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