La famiglia Greppi
La costruzione di una grandiosa residenza in Brianza, voluta agli inizi dell’Ottocento, si pone, nella storia dei Greppi, come un evento importante, da leggere tenendo conto della peculiare mentalità pragmatica e laica che contrassegnava i componenti della nobile casata, una delle più in vista della società milanese.
I Greppi consolidarono i legami con le famiglie più benestanti del tempo, anche attraverso i matrimoni (con i Taverna, i Lupi di Soragna, i Litta, i Sormani Andreani) e mantennero solidi rapporti con il Governo Austriaco, almeno fino a quando i moti risorgimentali, a partire dal 1848, coinvolsero in prima linea membri della famiglia, come Marco, militante nelle barricate, eletto nel Governo Provvisorio di Casati e simbolo di una nuova classe nobile impegnata nel difficile cammino verso l’Italia unita.
La frequentazione della villa di Monticello da parte del conte Antonio II e dei suoi familiari durante tutto l’Ottocento fu assidua e si accompagnò al completamento delle decorazioni parietali del piano nobile.
I due mesi o più di soggiorno in Brianza, che i Greppi continuarono a praticare ogni anno, valsero alla villa la profonda connotazione di casa di villeggiatura, pur mantenendo saldi gli interessi legati all’attività agricola dei coloni.
La frequentazione della villa di Monticello da parte del conte Antonio II e dei suoi familiari durante tutto l’Ottocento fu assidua e si accompagnò al completamento delle decorazioni parietali del piano nobile.
I due mesi o più di soggiorno in Brianza, che i Greppi continuarono a praticare ogni anno, valsero alla villa la profonda connotazione di casa di villeggiatura, pur mantenendo saldi gli interessi legati all’attività agricola dei coloni.
Lo stemma adottato dalla famiglia Greppi, a partire dal 1774, raffigura un ippogrifo azzurro in campo giallo, sormontato da tre gigli argentati. È completato dal motto latino: “NEC VI NEC VITIO”, cioè “né con la forza né con il vizio”.