seguito di - Architetto ducale -
Castello di Cassano d’Adda – schizzo dei contrafforti del Gadio - Autore: Greppi Alessandro (1828-1918), ca. 1866.
Il Puerari (Provincia 19/4/1964), afferma: "Basterebbero gli slanciati contrafforti di trentacinque metri che salgono dalla scarpa della Rocca di Cassano d'Adda a rivelare un suo concepimento grandioso: lo stesso che torna, con altra esperienza, negli imponenti pilastri angolari dell'abside poligonale nella chiesa di S. Sigismondo".
Ad opera completa possiamo affermare che, sui tre lati costruiti da Ottone Visconti nel 1294 la magnificenza di Francesco Sforza fece erigere grandiosi porticati al piano terreno e superiore ed una magnifica scala. Dobbiamo ancora notare che la sopraelevazione anticamente era a porticato ed a colonne, come appare nell'affresco del 1600 visibile nella chiesa di S. Dionigi.
Il Miracolo di S. Dionigi - affresco di Giovanni Battista Della Rovere detto il Fiamminghino della Chiesa di S. Dionigi di Cassano d'Adda - sullo sfondo il Castello
Partendo dall'attuale linea del tetto, la torre non risulta proporzionata nell'altezza col resto dell'edificio antico; se si togliesse il sopralzo si verrebbe a ritrovare la torre snella e proporzionata anziché bassa e tozza.
L'edificio per tre quarti è visconteo e cioè nei tre lati verso terra. Lì c'è il gusto ed il carattere del castello di Pandino.
L'attività sforzesca forse non rifece le parti esterne. Vi aperse eleganti finestre, donando alla Rocca il gusto della dimora campestre.
Verso terra la difesa, più che nelle mura era nel fossato; ampio e profondo, scendeva da una più alta derivazione dell’Adda, passava verso il paese, si biforcava nel fossato che fasciava la rocca e cadeva nell'Adda. La Rocca era così per tre lati difesa dall'acqua corrente nel fossato e sul quarto direttamente dal corso dell’Adda. Dove il genio dell'architetto Gadio inventò un altro processo difensivo fu là, dove la Rocca aveva la sua funzione autentica; ossia sul confine veneto, come salda fronte del ducato.
Castello di Cassano con il fossato (Autore: Greppi, Alessandro)
Il periodo di egemonia spagnola si conclude con il trattato di Utrecht nel 1713 e la seguente pace di Rastatt grazie alle quali il Ducato di Milano passa agli austriaci fino al 1859.
Con l'unità d'Italia e la fine del passaggio di monarchie straniere sul territorio, il castello di Cassano, che dal 1860 è possesso della famiglia Borromeo, viene sfruttato in diversi modi: nel 1882 viene sistemata l'ala settentrionale per le abitazioni dei contadini, la torre del castello ospita l'acquedotto, viene istituita una filanda nei locali del castello a cui si aggiunge, nel 1910, la caserma del distaccamento dei pontieri al cui posto, nel 1915, entra la pretura e successivamente, al posto della filanda, viene aperta la Casa del Fascio. Con la Prima Guerra Mondiale, i locali del castello saranno adibiti a convalescenziario militare. Questo è stato possibile proprio perché la famiglia Borromeo cedeva i propri spazi al comune gratuitamente.
Dal 1948 ad oggi, il castello è proprietà dei signori Laboni; negli anni Sessanta il castello ha ospitato famiglie di terremotati dal Belice e costituiva uno spazio ampio per le abitazioni dei più disagiati, vi era una balera ed un’officina meccanica. L'edificio è stato completamente liberato solo alla fine degli anni Ottanta e dal 1999 sono iniziati i lavori di ristrutturazione dello stesso.